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Interviste

Huras: “Il Ticino è casa mia, contro Ambrì e Lugano è sempre battaglia”

AMBRÌ – Dopo un anno lontano dal ghiaccio, Larry Huras è tornato ad allenare. Questa volta il 61enne canadese ha accettato la sfida di Friborgo, squadra (ormai ex) fanalino di coda del campionato.

Il 61enne canadese è un personaggio che in Ticino è riuscito a ritagliarsi uno spazio particolare tra appassionati e addetti ai lavori, grazie a quella storica annata 1998/99 che vide l’Ambrì Piotta andare sino alla finalissima, mentre alla Resega lo si ricorda in particolare per il titolo vinto nel 2003, prima di quel licenziamento tre anni dopo durante quei playoff che il Lugano finì per vincere.

In Svizzera Huras aveva poi allenato anche ZSC Lions – a due riprese – e Berna, vincendo il titolo con entrambe le compagini rispettivamente nel 2001 e nel 2010. Dopo un paio di anni nella DEL ed un’avventura breve e sfortunata in Svezia al MODO, è ora alla guida di un Friborgo che necessita immediatamente della sua mano per essere risollevato.

“A Friborgo abbiamo una squadra che ha un ottimo pattinaggio, quindi dobbiamo sfruttare questo elemento”, ci ha spiegato Huras. “Sabato abbiamo avuto la giusta attitudine alla partita, abbiamo lottato su ogni disco e siamo stati capaci di mettere pressione sull’Ambrì. Faccio i miei complimenti ai leventinesi, i quali non si sono mai arresi. Hanno disputato un ottimo secondo periodo, con molte occasioni da rete. Noi abbiamo concesso troppi spazi ma Conz è stato decisivo con un paio di interventi provvidenziali che ci hanno salvato”.

Larry Huras, come hai visto invece questo Ambrì Piotta?
“L’Ambrì è una buona squadra, che può vantare uno staff tecnico d’esperienza. Sono consapevole che ogni qualvolta li incontreremo, saranno partite molto difficili”.

Il tuo Friborgo invece come lo hai visto?
“Al momento è ancora presto, occorre attendere un paio di mesi per vedere come si sviluppa la situazione. Per il momento, però, nell’arco delle due ultime settimane credo che abbiamo fatto una buona progressione. Resta comunque molto lavoro da fare”.

In termini di morale, che squadra hai trovato inizialmente a Friborgo e che squadra ti trovi di fronte attualmente?
“Dopo una vittoria il morale è sempre alto, questo è normale. Questi cinque punti del weekend, ottenuti contro un ottimo Ambrì, rilanciano la fiducia della squadra. E questo è un fattore davvero importante per noi. Anche la vittoria in CHL contro il Kosice ci ha fatto bene. Piano piano riusciamo ad acquisire sempre più ritmo nel nostro gioco e a mantenere la concentrazione per 60 minuti. Martedì contro il Lugano sarà una battaglia ancor più difficile”.

Quando si cambia allenatore, uno dei compiti fondamentali è quello di dare una nuova identità alla squadra. Hai la sensazione di essere sulla buona strada?
“Hai ragione. Il nostro scopo è quello di sviluppare un’attitudine che sia più aggressiva, come se fossimo dei cacciatori sul ghiaccio. Con la giusta mentalità possiamo portare l’avversario a fare il nostro gioco. Fino ad ora abbiamo disputato buone partite per 20 minuti, altre in cui siamo riusciti a mostrare buone cose per 40 minuti. Contro il Kosice siamo riusciti ad essere costanti per 60 minuti mentre alla Valascia abbiamo retto bene per 50 minuti, ma contro un Ambrì che ha lottato strenuamente fino alla fine. Il nostro è un lungo processo di miglioramento. Ci vuole tempo, ma sono contento dei miei ragazzi”.

Passerai la domenica in Ticino, in seguito martedì sarete in pista contro il Lugano. Che sensazioni stai vivendo a riabbracciare finalmente la Svizzera italiana?
“Dopo questi anni trascorsi lontano da qui, ora mi sento davvero bene ad essere tornato. Questa è come se fosse casa mia! Sono davvero felice di poter trascorrere una giornata in Ticino, riabbracciando alcuni cari vecchi amici”.

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