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Interviste

Hofmann: “Zugo un progetto di cui voglio fare parte, ma è stata una decisione difficile”

L’attaccante guarda anche al presente: “Spero di avere tutti dalla mia parte, anche se capisco che la mia decisione ha fatto male a qualcuno. Io però sono ancora qui, pronto a dare tutto, abbiamo la squadra per vincere il titolo”

LUGANO – Dopo essere stato al centro dell’attenzione oramai per mesi, Gregory Hofmann può finalmente guardare avanti. L’annuncio ufficiale del suo passaggio allo Zugo permette sia a lui che al club di lasciarsi alle spalle tutte le distrazioni dei mormorii di mercato, per concentrarsi sul ghiaccio e cercare di partire dal Ticino con le migliori sensazioni possibili.

“Lo Zugo mi ha voluto fortemente, e della loro proposta mi ha colpito il progetto che mi è stato illustrato – ha spiegato Hofmannvoglio fare parte di ciò che stanno creando e sono convinto che lì potrò crescere ancora come giocatore. So che devo progredire e dunque sono contento di aver preso questa scelta”.

Gregory Hofmann, nelle tue considerazioni sono entrate anche le apparenti maggiori possibilità dello Zugo di puntare al titolo nei prossimi anni?
“Direi di no. Non ho voglia di fare alcuna polemica, il Lugano è una squadra molto competitiva e lo saremo anche quest’anno, nonostante i momenti complicati che stiamo incontrando. Per me quella di partire è stata una decisione molto difficile, ci ho pensato a lungo perché mi piace molto giocare qui, ma d’altra parte sono molto felice per la nuova avventura che mi aspetta”.

Il Lugano ha fatto davvero di tutto per tenerti…
“Sì, indubbiamente. Nelle discussioni che abbiamo avuto siamo sempre stati onesti, ho avuto l’opportunità di scegliere ciò che credevo meglio per me, e questa è una posizione privilegiata. Il Lugano ha messo sul tavolo tutto, ma non è stata una questione finanziaria ma piuttosto legata alle possibilità di sviluppo personale, ed in questo senso mi piace molto il progetto che c’è a Zugo”.

Questa crescita a cui ti riferisci, non era possibile farla a Lugano?
“Indubbiamente anche qui avrei potuto continuare a crescere, ma la sfida che mi si presenta a Zugo è molto interessante. Stanno inoltre costruendo un centro che non avrà eguali in tutta Europa (il centro OYM con apertura prevista nel 2020, ndr), e questo mi ha dato una grande motivazione nell’accettare la proposta… Sarà il posto migliore per sviluppare il mio gioco e progredire fisicamente, per questo credo sia stata la scelta giusta”.

Senti di esserti tolto un peso ora che tutto è ufficiale?
“Non particolarmente. Sono chiaramente contento per me, ma anche per la squadra è positivo che la cosa sia uscita, così ora possiamo tutti concentrarci sul gioco. Come ho detto a tutti i miei compagni, allo staff e alle altre persone che ci sono vicino, alla Vicky, sino alla fine del campionato sarò a Lugano e il mio obiettivo è aiutare questa squadra a fare il massimo e vincere il titolo”.

Nel tuo contratto con lo Zugo non c’è una clausola NHL, è un sogno che hai riposto nel cassetto?
“Non si può mai sapere cosa succederà in futuro, ma è chiaro che gli anni passano e ora ne ho 26… Devo ancora svilupparmi, ed ora come ora la mia progressione è meglio continuarla in Svizzera e per questo non ho voluto alcuna clausola nel contratto”.

Hai già vissuto dei cambiamenti di squadra in passato, questa volta c’è qualcosa di diverso?
“Sicuramente non è facile, non si sa mai realmente a cosa si va in contro. In generale però non ho vissuto questa scelta in maniera molto diversa, nella mia avventura di quattro anni a Lugano ho potuto crescere molto e sono sicuro che anche a Zugo potrò compiere quello step aggiuntivo che voglio fare, per diventare un giocatore ancora più dominante sul ghiaccio”.

Quali sono state le reazioni dei tuoi compagni?
“Il loro feedback è stato molto positivo, tutti mi hanno fatto i complimenti e quando si è dentro questo mondo tutti sanno che queste situazioni possono succedere… La squadra mi ha capito benissimo e fatto gli auguri per il futuro”.

Dai tifosi venerdì sera cosa ti aspetti invece?
“Non lo so, questa è una domanda difficile. Spero di avere tutti dalla mia parte, anche se capisco che la mia decisione abbia fatto male a qualche persona. Io però sono sempre qui e voglio fare il mio lavoro con il Lugano, e farlo al massimo sino alla fine della stagione. Non mi interessa cosa dicono le persone, io andrò sul ghiaccio con la stessa grinta che ho sempre portato per quattro anni”.

Senti di dover dimostrare qualcosa in più, ora che sei in questa posizione?
“Voglio sempre dare qualcosa in più, ma questo non dipende dalle chiacchiere che ci sono ora che ho firmato altrove. Se voglio dare un contributo ancora maggiore è perché voglio aiutare la squadra e migliorare come giocatore, dunque andrò sul ghiaccio veramente per dare il massimo”.

Naturalmente è ritornata a galla la promessa fatta al termine della passata stagione, che hai ancora la possibilità di mantenere…
“Questo è vero, anche se probabilmente da parte mia non è stato molto furbo fare quella dichiarazione, visto che le persone danno tanta importanza a queste parole. Bisogna però anche capire che le avevo dette in un contesto in cui avevamo perso una finale a Gara 7, dopo aver rimontato la serie dal 3-1… Mi ha fatto male e sul momento c’erano tante emozioni. Ho però sempre detto che voglio vincere un titolo a Lugano e credo che abbiamo la squadra e il carattere per farlo”.

Il tuo passaggio dal Davos al Lugano era stato un po’ meno serio e più divertente…
“Sì… Per me un po’ meno (ride, ndr). Anche dopo quell’episodio con Del Curto siamo poi andati avanti ed abbiamo vinto il titolo con il Davos, quindi spero che anche in questo caso possa succedere la stessa cosa con il Lugano. Da parte mia con il club bianconero non c’è veramente nessuna polemica, voglio dare il mio massimo e fare tutto per questo club sino alla fine. Vorrei che ora questo capitolo si chiudesse, per lasciare lavorare sia me che tutta la squadra… Avremo ancora delle partite storte, ma questo non avrà nulla a che vedere con la mia partenza”.

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