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Interviste

Hellberg: “Qui per trovare il mio stile, cerco una chance ai Rangers”

LUGANO – Dai Milwaukee Admirals ai New York Rangers, con una piccola parentesi estiva a Lugano. È questo il percorso che spera di compiere il 24enne portiere svedese Magnus Hellberg, attualmente al lavoro alla Resega e scambiato ad inizio luglio dai Nashville Predators alla franchigia di Manhattan.

Nella Grande Mela avrà l’opportunità di dimostrare il suo valore e di puntare al ruolo di secondo portiere, alle spalle del connazionale Henrik Lundqvist, colonna portante dei Rangers oramai da anni.

Nella mattinata di giovedì abbiamo parlato con lui della sua visita a Lugano e del suo futuro nella NHL, in un’interessante  chiacchierata che vi lasciamo di seguito.

Magnus Hellberg, cosa ti ha portato a Lugano e ad allenarti alla Resega?
“Uno degli allenatori dei portieri del Lugano, Michael Andreasson, è un mio ex preparatore in Svezia ed abbiamo sempre mantenuto un ottimo rapporto. La scorsa estate ero già venuto in Ticino a fargli visita, in quell’occasione solamente per vedere dal vivo quanto è bella Lugano… Mi era davvero piaciuta, e quest’anno ho avuto l’opportunità di ritornare ed allenarmi con la squadra, preparandomi per la prossima stagione. Sono davvero contento di essere qui, mi sto divertendo un sacco”.

A Lugano hai trovato anche Leo Luongo… Su cosa state lavorando?
“Siamo all’inizio della stagione, e quando è così tanto che non si va sul ghiaccio si torna a lavorare sugli aspetti fondamentali del proprio gioco… Come la propria posizione in porta, la distanza dai pali quando ci si muove o il fatto di seguire in maniera appropriata il disco con gli occhi. Ci stiamo allenando duramente e mi sento un po’ stanco, ma è davvero divertente essere di nuovo in pista”.

Di recente abbiamo visto sempre più portieri alti avere successo, basti pensare a Bishop… Due anni fa candidato al Vezina e lo scorso in finale. Anche tu sei molto alto, questo quanto influenza lo stile e gli allenamenti?
“In molti credono che più il portiere sia grande, meglio è. Personalmente con il mio fisico posso a volte permettermi di stare più profondo in porta, mentre chi è più piccolo è costretto ad uscire prima. Io devo avere un po’ più di pazienza, ma in generale credo che il trucco stia nel trovare lo stile di gioco che funziona meglio per se stessi. Sto lavorando molto per riuscire ad abbassarmi velocemente, ed in questo senso ho avuto delle interessanti discussioni con Michael e Leo e stiamo lavorando per trovare lo stile che meglio si adatta a me… Lo stesso stanno facendo Merzlikins, Manzato e Müller, tutti sono diversi ma condividiamo i dialoghi, tutti comunichiamo e vogliamo migliorare… Il Lugano è una bella squadra, non vedo l’ora di seguirli questo inverno per vedere cosa faranno”.

Tra Lugano e New York Rangers c’è un collegamento particolare, con l’assistente Peter Andersson che ci ha giocato negli anni 90, mentre il figlio Calle giocherà con te ad Hartford…
“I Rangers sono una delle Original Six, è un onore diventare un membro della loro organizzazione. Lì troverò ovviamente Henrik Lundqvist, anche lui svedese e che per me era un vero idolo durante l’infanzia… Sicuramente sarà divertente lavorare con lui, mentre Peter l’ho conosciuto qui e Calle lo incontrerò oltre oceano. Sono già stato a New York una volta ed è una bella città, non molte persone hanno l’opportunità di giocare a hockey in un’atmosfera simile, dunque devo coglierla al massimo”.

Eri stato il primo portiere draftato nel 2011, ma da allora hai giocato soli 12 minuti in NHL con Nashville… Quanto lontano credi di essere dal livello NHL?
“Non credo di essere affatto lontano. Ho giocato in Nordamerica per tre anni e mi è capitato di ritrovarmi in NHL in alcuni frangenti, anche se appunto ho potuto effettivamente scendere in pista solamente per quei 12 minuti. Ho fiducia in me stesso e so di poter giocare a quel livello, ed è per questo che ha firmato con i Rangers… Credo che a partire dal training camp sarò in grado di parare qualche disco anche per loro! Per arrivare in NHL ci sono tante cose che devono incastrarsi nel posto giusto, a partire dal fatto di avere l’opportunità di giocare e dimostrare le proprie capacità. Bisogna avere pazienza, lavorare e concentrarsi su se stessi, nella speranza che arrivi la propria chance”.

Oltre a Lundqvist, i Rangers hanno sotto contratto Raanta solo per un anno, mentre Skapski è ancora giovane e non inizierà la stagione per infortunio… Sembra per te la possibilità giusta per guadagnarti il posto di backup a New York…
“Lundqvist è uno dei migliori portieri al mondo, mentre per quanto riguarda Raanta ho giocato contro di lui quando era a Rockford, il farm team dei Blackhawks. Entrambi sono degli ottimi portieri, mentre il giovane Skapski non ho ancora avuto occasione di vederlo, e visto che ora è infortunato arriverà anche un altro portiere ad Hartford. Sicuramente sarà divertente lavorare con loro e ci sarà una buona competizione… Io e Raanta ci contenderemo il posto di secondo portiere ai Rangers, ma avrò occasione di imparare molto da tutti, dopo aver avuto l’onore di allenarmi con Pekka Rinne a Nashville, anche lui un portiere di classe mondiale”.

Lo scorso anno sei stato selezionato per l’All Star Game AHL.. Sicuramente un buon punto di partenza…
“È stata una bellissima esperienza. Ovviamente c’erano tanti buoni giocatori sul ghiaccio ed il tutto si è svolto a Utica, dove la pista era sold out e c’era un grande pubblico. L’All Star Game è però piuttosto difficile per un portiere, perchè non si riceve molto aiuto dalla difesa e gli attaccanti sono bravissimi tecnicamente. È stato un onore essere selezionato per quell’evento, perchè significa che ho fatto qualcosa di buono in stagione… Lo ricorderò per tutta la vita”.

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