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Lugano

Gara 1 è tutta dello Zugo, il Lugano ha pochi argomenti

Non inganni il risultato, i bianconeri hanno sofferto il gioco dei padroni di casa per tutto il match. Probabile infortunio per Klasen che ha giocato solo un tempo

Gara 1 è tutta dello Zugo, il Lugano ha pochi argomenti

ZUGO – LUGANO

3-2

(2-1, 0-0, 1-1)

Reti: 2’17 Martschini (Roe, Alatalo) 1-0, 6’53 Simion (Leuenberger, Lammer) 2-0, 10’05 Morini (Wellinger, Bertaggia) 2-1, 44’44 Flynn (Suri, Alatalo) 3-1, 56’28 Loeffel (Fazzini, Bertaggia) 3-2

Note: Bossard Arena, 7’200 spettatori. Arbitri Lemelin, Dipietro; Wüst, Progin
Penalità: Zugo 3×2′, Lugano 4×2′ + 1×10′ (Lapierre)

ZUGO – Lo sforzo finale ha rassicurato qualcuno sul proseguo della serie, ma i primi 50 minuti della partita giocata alla Bossaard Arena possono anche preoccupare. Certo, i playoff sono fatti di partite che possono raccontare sempre storie diverse, ma saranno i bianconeri a dover cambiare la trama di un racconto che per ora non è ben augurante.

Un primo tempo iniziato nella maniera peggiore per disciplina e concentrazione difensiva, e il 2-0 confezionato sin troppo facilmente da Martschini e Simion poteva essere sintomo di una brutta imbarcata.

La regolata il Lugano ha cercato di darsela subito, alzando la testa e provando ad uscire dal forecheck cercando i tiri dalla distanza e il traffico su Stephan, proprio in quella maniera è nata la rete che ha tenuto a galla i bianconeri, con Morini che ha deviato un tiro di Wellinger sul rientro di un penalizzato di casa.

Il coraggio spremuto dalla prima rete del Lugano nei playoff non è bastato però per cercare di sovvertire la direzione in cui stava andando la partita sul piano del gioco perché, a partire dal secondo periodo, gli uomini di Tangnes hanno spinto sull’acceleratore soffocando il Lugano nel proprio terzo di difesa due cambi sì e uno no.

Il profondo e rognoso forecheck dei Tori ha mandato in confusione i bianconeri nelle uscite dal terzo e se nel primo periodo qualche uscita interessante aveva portato alcune buone occasioni, per vedere gli ospiti impensierire Stephan si è dovuto attendere un’occasione di Hofmann a metà partita e un power play nel finale di tempo, con un’asta colpita da Bürgler.

In questi venti minuti però lo Zugo ha mostrato un paio delle sue debolezze, ossia la mancanza di concretezza dovuta più che altro alla voglia dei suoi attaccanti di rifinire sempre con l’uncinetto ogni azione offensiva.

Martschini, vero e proprio demone difficilissimo da contenere, ha sparato alle stelle almeno tre occasioni nitide, Zehnder e Senteler lo hanno seguito perdendosi in qualche ricamo di troppo. E proprio resistendo in questi frangenti, con gli errori di mira dello Zugo, tiri bloccati dai difensori e le parate di Merzlikins, il Lugano ha potuto riprendere nel terzo tempo sotto solo di una rete.

Da qui ci si sarebbe aspettato perlomeno che il Lugano iniziasse sul serio a giocare la sua partita, che smettesse di essere semplicemente in attesa e che cercasse il pareggio con convinzione. Invece i bianconeri hanno continuato a subire la verve dello Zugo, perdendo Klasen per un probabile problema fisico e poi anche Lapierre per dieci minuti dopo una carica su Klingberg.

Lo Zugo da par suo ha finalmente approfittato dell’inclinazione della partita, trovando il 3-1 con Flynn al 44′, mentre i bianconeri quasi mai sono riusciti a rendersi pericolosi dalle parti di Stephan fino alla rete di Loeffel che ha riaperto improvvisamente il match.

Da quel momento è uscita la vera convinzione degli ospiti, dimostrando che anche lo Zugo può soffrire il proprio avversario. Troppo poco però per sperare di farla franca, sul piano del gioco e della produzione di occasioni lo Zugo ha dato una lezione ai bianconeri, questi troppo attendisti e forse sorpresi dall’intensità dei Tori.

Il fatto è che giocando in questa maniera, senza mai fiammate offensive pesanti e produttive e rischiando praticamente a ogni contropiede, i bianconeri hanno poche speranze di uscirne vittoriosi, diciamolo chiaramente. Sul piano della velocità lo Zugo è superiore, il Lugano dovrà vincere con l’esperienza, la disciplina, il fisico e la concretezza.

Ecco, forse solo sull’ultimo punto lo Zugo è stato magnanimo, perché una partita del genere al 30’ poteva essere bell’e conclusa. Paradossale che Chiesa e compagni siano quasi riusciti a riagguantare la sfida nei momenti finali, questo fa ancora di più montare la rabbia e fa capire come lo Zugo non abbia saputo chiudere sul serio una partita ampiamente nelle sue mani.

Il Lugano quasi ha fatto di tutto per aiutare Diaz e banda a chiudere i conti, tra cambi scellerati, marcature inesistenti e interventi difettosi e forse qui i bianconeri possono vedere i loro ampi margini di miglioramento, a patto che li si voglia veramente raggiungere.

Si riparte da Gara 2, la lavagna va cancellata ma anche le prestazioni del Lugano vanno ristudiate completamente. Quello di sabato sera non è stato un Lugano da playoff.


IL PROTAGONISTA

Dan Tangnes: La sua squadra a volte si guarda ancora un po’ troppo allo specchio, ma il coach norvegese ha preparato la sfida come meglio non poteva.

Il suo Zugo ha dato una lezione di gioco offensivo e forecheck al Lugano, dimostrando di poterci essere anche sul piano fisico e di entrare in pista con grande determinazione. La prova del nove dovrà darla il Lugano, mettendo in difficoltà l’avversario, ma forse Tangnes ha plasmato uno Zugo un po’ diverso dagli ultimi che abbiamo visto negli scorsi playoff.


HIGHLIGHTS

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