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Lugano

Forza, nervi e sacrificio, il Lugano torna da Ginevra con il primo break

GINEVRA – LUGANO

0-5

(0-2, 0-1, 0-2)

Reti: 00’57 Klasen 0-1, 14’46 Martensson 0-2, 39’59 Klasen (Furrer) 0-3, 48’10 Walker 0-4, 59’31 Morini (Kostner) 0-5

Note: Les Vernets, 6’662 spettatori. Arbitri Vinnerborg, Wiegand; Kovacs, Tscherrig
Penalità: Ginevra 6×2′ + 1×5′ + 1×20′ (Slater), Lugano 8×2′ + 1×10′ (Lapierre)

GINEVRA –  Quando a pochi minuti dal termine, Maxim Lapierre è andato a sedersi sulla panchina dei penalizzati con il suo sorriso beffardo, il risultato era già di 4-0 in favore dei bianconeri. E lì si era già capito che il canadese la sua battaglia l’aveva già vinta e soprattutto chi tra Ginevra e Lugano aveva perso i nervi.

Perché è soprattutto su questo che il Lugano ha fatto suo il match, distribuendo colpi, prendendone tanti e mantenendo la calma, mentre i granata hanno sofferto l’efficienza dei bianconeri e la loro capacità di non sbandare nemmeno nei momenti di grande pressione. Quando Lapierre si è messo a provocare i ginevrini ancor prima dell’ingaggio d’inizio era chiaro che il leitmotiv della gara sarebbe stato ribaltato rispetto alle precedenti sfide di playoff tra le due contendenti, e probabilmente gli uomini di McSorley ne sono rimasti sorpresi e spiazzati, come hanno confermato le reti di Klasen e Martensson in apertura.

Ma la sfida tattica tra i due allenatori è stata vinta da Shedden che – dopo aver perso anche Vauclair per un colpo alla testa di Slater – non ha per nulla cambiato l’atteggiamento dei suoi uomini, i quali non sono mai andati in panico nemmeno quando nel periodo centrale il Ginevra ha spinto parecchio.

Una spinta prevedibile ma anche contenuta dall’ottimo lavoro di una difesa che ha fatto girare al largo D’Agostini e compagni, fermati poi da un Merzlikins in formato “monstre”. E dire che il portiere lettone ha dovuto lasciare il ghiaccio per una decina di minuti nel primo temo, a causa di uno scontro con D’Agostini su un suo poke-check in uscita, poi sostituito egregiamente da Manzato.

La vittoria il Lugano l’ha infine costruita soprattutto nel periodo centrale, sfruttato fino all’ultimo secondo non solo per il contenimento, ma poi per il cinismo e la classe con cui Klasen ha infilato il 3-0 al 39’59”. Una rete di quelle pesantissime e dolorose, che ha frenato l’impeto del Ginevra e dato un colpo non da poco a morale e psiche.

Sì perché alla fine la gestione del terzo tempo non è stata facile, ma nemmeno durissima, merito di quella rete fondamentale, ma anche di tutta la squadra che ha saputo sacrificarsi fino in fondo, per difendere pure lo shutout di Merzlikins, ma che ha poi trovato anche le reti di Walker e Morini.

Una squadra che si è sacrificata dal primo all’ultimo secondo, con un ruolo preciso per ognuno, per tutti importante ma per alcuni fondamentale, come per i citati Lapierre e Walker, ma anche per un Klasen match winner e un Merzlikins monumentale.

Shedden ha battuto McSorley sul piano tattico e di lettura della gara, Lapierre ha stravinto la guerra di nervi con tutti i suoi avversari (Bezina su tutti), Klasen quella contro D’Agostini e Merzlikins alla grande contro Mayer. Il portiere del Ginevra si conferma troppo incostante e debole mentalmente, certi interventi fuori dalla porta sono coraggiosi ma occorre avere la lucidità giusta per eseguirli.

Una grande prova del Lugano, di tutta la squadra, che dimostra ancora di saper soffrire ed uscirne vincitore, ma che da di nuovo prova di una fatto ormai inconfutabile: fare i conti con i bianconeri sarà durissima per tutti.

fattore2

CALMA E SANGUE FREDDO: Attirare l’attenzione e le ire su di se per permettere ai compagni di svolgere al meglio il proprio lavoro. Questo ha fatto Maxim Lapierre sin da prima dell’ingaggio d’inizio, e i nervi di Bezina e compagni hanno tremato da subito.

Il canadese, Chiesa, Sannitz e Walker sono andati avanti con questa tattica per tutto l’incontro, senza dimenticare una mole di lavoro enorme e intelligente. La squadra bianconera ne ha giovato, soprattutto pensando al secondo tempo, quando colpi e botte giravano a mille e il Ginevra ha spinto forte.

Merzlikins non ha avuto alcun fastidio davanti a se con la protezione dei suoi bodyguard e i suoi compagni hanno potuto gestire l’incontro con una mano ferma da applausi. E nei playoff alle Vernets non è roba da poco…

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