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Interviste

Flynn: “Sono pronto a tutto per questa squadra, siamo un grande gruppo”

L’attaccante statunitense si è calato in fretta nella realtà del campionato svizzero: “Una nuova sfida, c’è sempre qualcosa da imparare.” Sul suo gol risolutore: “Ci vuole anche fortuna, ma che gioia!”

LUGANO – Le facce dei giocatori dello Zugo sono tra il felice e il sollevato, con uno sguardo comunque stanchissimo di chi non vede l’ora di potersi riposare, anche solo in un paio ore di bus fino a casa.

Gara 4 della Cornèr Arena è durata ben 95’, e a mettere la parola fine sulla partita e sulla serie è stato l’ex Montréal Canadiens Brian Flynn, arrivato dopo metà gennaio alla Bossard Arena.

“È esaltante vincere una partita in questa maniera, mi è già capitato di perdere dopo lunghissimi overtime e quindi so anche quanto possa essere dura per il Lugano da incassare. Ma questo è lo sport, credo ci siamo meritati questo passaggio del turno”.

Brian Flynn, proprio tu hai messo fine a una battaglia durata quasi cinque tempi di gioco… Che sensazioni stai provando?
“Siamo esausti, è stata una battaglia incredibile, una partita veramente pazza. Il Lugano sabato sera ha dato il meglio di sé in questa serie, ma siamo stati bravi a non lasciarli “fuggire” nel punteggio e a trovare la forza di quell’ultimo colpo”.

Partite del genere mettono in pista anche un bel po’ di tensione, siete stati bravi anche nel gestirle positivamente…
“Sicuro, il Lugano era all’ultima spiaggia e per noi era il primo match-ball, quando una partita ha questa importanza sul ghiaccio si crea inevitabilmente molta tensione. Quando abbiamo capito che sarebbe andata per le lunghe abbiamo comunque giocato a quattro blocchi regolarmente per evitare che la fatica ci giocasse brutti scherzi. Siamo rimasti sempre sul nostro game plan e la panchina ci ha aiutato molto nel mantenere la calma, è stato un grande risultato di squadra”.

Ad impressionare nello Zugo è anche la complementarietà del pacchetto stranieri, come ti sei inserito in questo contesto in cui solo quattro di voi possono giocare?
“È la prima volta nella mia carriera che mi trovo confrontato con qualcosa di simile. Per noi stranieri è una sfida farci trovare sempre pronti, ma sappiamo benissimo che se il coach decide per l’uno o per l’altro è solo per il bene della squadra. Ognuno di noi ha differenti caratteristiche da “mettere sul tavolo”, io posso svolgere un po’ di tutto là davanti, “Charlie” (Klingberg, n.d.r) usa il suo fisico alla grande e ha una grande visione di gioco, Roe e McIntyre sono due centri eccezionali e grandi “faceoff-guys”, e spero che per Dennis (Everberg, n.d.r) l’infortunio non sia nulla di grave, perché fin qui ha segnato reti veramente importanti”.

Puoi dirci com’è nata l’idea di trasferirti in Svizzera?
“Ho avuto qualche problema di salute nelle ultime stagioni e faticavo a ritrovare le migliori sensazioni. Ho 30 anni e sento che posso ancora dire la mia ad alti livelli, ma era necessario un cambiamento per poter ritrovare il vero me stesso e imparare ancora qualcosa. Il mio agente mi ha parlato dell’opportunità di venire in Svizzera per rilanciarmi come hanno fatto molti miei colleghi passati dalla NHL e devo dire di aver fatto la scelta giusta, sono felicissimo qui. La NHL? Per il momento non ci penso, è stato il sogno che avevo da bambino e l’ho raggiunto, ora non so cosa succederà, mi godo questo momento e sono qui pronto a tutto per lo Zugo. Abbiamo un obiettivo importante, la squadra ha lavorato duramente e penso solo a quello.”

Chiudiamo con il tuo gol all’overtime. Cos’hai provato quando hai visto il disco in rete?
“Ho provato subito grande felicità e sollievo, soprattutto perché ero veramente stanco! (Ride, n.d.r). Mi è andata anche bene, mi sono portato verso la porta e il disco è scivolato sotto il portiere credo, arrivando sul bastone. All’inizio non ho realizzato subito che fosse il gol decisivo per la serie, poi i miei compagni mi hanno quasi soffocato e lì ero veramente entusiasta. Ma non è già più tempo di pensare a quel gol, c’è da preparare una semifinale.

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