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Ambrì Piotta

Flynn: “Cereda è un coach per cui sfonderesti un muro, nessuno lavora duro come l’Ambrì”

L’americano è pronto alla nuova avventura: “Volevo continuare a giocare in Svizzera, avere D’Agostini in squadra sarà di grande aiuto. So che qui gioca chi merita di più, voglio ottenere un posto e poi fare tutto per tenerlo”

BIASCA – Arrivato in Ticino nella giornata di domenica, l’attaccante statunitense Brian Flynn è già sceso sul ghiaccio per il suo primo allenamento agli ordini di Luca Cereda nella mattinata di lunedì, dopo aver messo la firma su un contratto inizialmente valido solamente sino a fine dicembre.

“È bello tornare ad allenarmi con una squadra, è stato divertente scendere sul ghiaccio per la prima volta con l’Ambrì Piotta. Qui ho trovato un bel gruppo, conoscevo già D’Agostini per aver giocato con lui in passato dunque mi sta rendendo la vita un po’ più facile nell’ambientarmi. Siamo venuti assieme alla pista e abiteremo vicino, dunque questo semplificherà la transizione. Sui pattini mi sono sentito bene, anche se il jet-lag un po’ si fa sentire, ma nei prossimi giorni prenderò il mio ritmo”, ha debuttato il nuovo straniero biancoblù.

Brian Flynn, con l’Ambrì Piotta hai firmato un contratto valido solamente per i prossimi mesi, cosa ti ha fatto accettare queste condizioni?
“Volevo decisamente continuare a giocare in Svizzera. Adoro l’idea di essere nella regione italiana del paese, ed ho così preso l’opportunità che si è venuta a creare dopo l’infortunio di uno degli stranieri che la squadra aveva già sotto contratto. L’Ambrì inoltre quest’anno giocherà tornei come la CHL e la Coppa Spengler, dunque avevano da offrire una situazione decisamente interessante che voglio sfruttare al meglio”.

Hai dovuto attendere un po’ prima di trovare un ingaggio, come hai passato la tua estate?
“Sono stato a casa, vivo ad una trentina di minuti a nord di Boston. Lì ho potuto allenarmi molto bene, in quella zona ci sono tanti giocatori professionisti che si preparano individualmente dunque è stato piuttosto facile restare in forma”.

Ad Ambrì sarai uno di cinque stranieri, che diventeranno sei al rientro di Novotny… Come vivi questa situazione?
“Ho subito capito che qui la filosofia è di far giocare sempre chi lo merita di più. Siamo pagati per vincere le partite, ed il coach ha lo stesso obiettivo dunque è normale che lo staff voglia mandare in pista ogni sera il miglior lineup possibile. Se non giocherò vorrà dire che non sto facendo abbastanza per aiutare la squadra e dunque non merito di venir schierato, dunque mi approccerò alla situazione cercando di ottenere uno dei posti disponibili, e una volta ce l’avrò farò di tutto per tenerlo”.

Dell’Ambrì conosci probabilmente poco, nella passata stagione hai giocato solamente una volta contro i biancoblù alla Valascia…
“Mi ricordo bene quella serata, il nostro coach a Zugo continuava a ripeterci che i biancoblù sono la squadra che lavora di più in tutta la lega, e che non saremmo riusciti a vincere se non avessimo lottato almeno tanto quanto loro. Il piano era quello di avere la stessa intensità dell’Ambrì e sperare poi che la nostra tecnica superiore prendesse il sopravvento, ma è stata una lunga serata. La squadra di Cereda fa un forecheck e backcheck durissimo, non ti concedono tanto e proteggono molto bene lo slot. Ora sono eccitato all’idea di giocare qui!”.

Che impressioni hai avuto di Luca Cereda dalle tue prime discussioni con lui?
“Sembra un allenatore tranquillo, ma si vede subito che dentro ha quel fuoco che lui vuole si traduca in intensità e lotta sul ghiaccio. È un grande motivatore ed un coach per cui saresti disposto a sfondare un muro. Il primo allenamento è andato bene, c’è stata sempre più intensità e sono sicuro che a livello personale mi sentirò meglio già nei prossimi giorni”.

Lo Zugo non ti ha confermato dopo la passata stagione, giocherai anche con l’obiettivo di dimostrare loro che si sono sbagliati?
“No, non particolarmente (ride, ndr). In carriera sono passato in tante squadre che a fine stagione hanno deciso di non rinnovare il mio contratto, questa è la natura del business in cui lavoriamo. Indubbiamente però quando ci troveremo ad affrontare lo Zugo saranno delle partite eccitanti per me, ho stretto alcune belle amicizie in quella squadra e dunque l’idea di giocare contro di loro mi darà ancora maggior motivazione”.

Come dicevi hai già giocato con D’Agostini ai tempi dei Buffalo Sabres, è bello ritrovarti qui con lui?
“Decisamente, soprattutto considerando che in quegli anni le nostre mogli sono diventate molto amiche. A livello famigliare è bello avere in squadra un volto conosciuto come il suo, per mia moglie non è sempre facile arrivare in una nuova nazione ed ambientarsi, dunque avere Dags e la sua famiglia vicini ci aiuterà molto. Inoltre lui è davvero un ragazzo semplice, sempre pronto alla battuta e con cui sono andato molto d’accordo sin da quando vestivamo la maglia dei Sabres”.

Uno dei tuoi ultimi gol della passata stagione è stato quello decisivo nella serie contro il Lugano…
“Esatto, e so che qui il derby è una partita molto speciale! A Lugano quella sera c’era un’atmosfera pazzesca e indubbiamente sono eccitato all’idea di essere anch’io parte di una rivalità tanto storica e importante. Una cosa è sicura, segnando quel gol mi sono creato un bel biglietto da visita per i tifosi dell’Ambrì” (ride, ndr)”.

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