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Interviste

Fischer: “Fa malissimo, ma il nostro hockey è in crescita… Si va sempre in pista per vincere”

Il coach dopo l’eliminazione: “Il processo non è finito. Il prossimo anno in casa vogliamo attaccare di nuovo e faremo di tutto per arrivare in cima. Ora c’è il bacino per creare una buona squadra”

KOSICE – Il Mondiale della Svizzera è arrivato ad una brusca conclusione, dopo un ottimo inizio che aveva visto i rossocrociati battere in maniera convincente le “piccole” del proprio girone, prima delle quattro sconfitte arrivate contro avversarie più quotate.

“Una sconfitta del genere è difficile da digerire, personalmente non mi era mai successo di perdere in questa maniera. Fa male, malissimo”, ha commentato coach Patrick Fischer.

“Contro il Canada abbiamo giocato una grandissima partita, tutti, e alla fine sono comunque fiero di questa squadra. Abbiamo giocato bene, sia in attacco che in difesa, e chiaramente una sconfitta del genere non ci voleva… Ma questo è lo sport, non puoi vincere sempre, e anche nei quarti l’attitudine era quella giusta. Siamo andati sul ghiaccio per vincere e questo mi piace”.

Patrick Fischer, per il terzo anno di fila avete comunque raggiunto l’obiettivo minimo dei quarti di finale, la nostra realtà si sta consolidando…
“Sì, è vero. Nelle scorse edizioni siamo riusciti a battere delle grandi nazioni, mentre quest’anno purtroppo contro le grandi abbiamo perso quattro volte, ma le partite contro Svezia, Cechia e Canada sono state tirate sino all’ultimo. Il nostro hockey è buono, siamo ancora in crescita e il processo non è finito, soprattutto per quanto concerne lo sviluppo offensivo. Il prossimo anno in casa vogliamo attaccare di nuovo e faremo di tutto per arrivare in cima”.

Il gruppo di giocatori papabili per la tua selezione è in crescita, un altro buon segnale…
“Questo è il frutto del lavoro fatto negli ultimi dieci anni a livello giovanile. Sempre di più arrivano dei ragazzi che sono fortissimi, in questo torneo abbiamo visto ad esempio Kurashev, Janis Moser oppure Nico Hischier… Il numero di giocatori di livello si alza e questo crea una certa concorrenza interna, che può solo aiutare. Ora c’è il bacino per creare una buona squadra”.

Con il termine di questo Mondiale si chiude anche un capitolo con Raeto Raffainer e Christian Wohlwend…
“Devo dire un grande grazie a Raffainer, è stato lui a darmi fiducia affidandomi la squadra. Chiaramente mi dispiace che lasci la Nazionale, perché sappiamo tutti quanta energia e passione ha messo in questo programma, ma sono contento per lui. Mi mancherà, così come Wohlwend, che per noi è un pezzo importantissimo… Spero possa rimanere nel nostro staff anche per il Mondiale 2020. Dobbiamo parlare, ma nel frattempo gli auguro il meglio con il Davos”.

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