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Ambrì Piotta

Festa rovinata solo in parte, l’Ambrì conferma le sue qualità

La squadra di Cereda ha tenuto testa al Davos. Ai biancoblù rimane l’amaro in bocca ma anche una buona base su cui continuare a costruire

Festa rovinata solo in parte, l’Ambrì conferma le sue qualità

AMBRÌ – DAVOS

1-2

(0-1, 0-0, 1-1)

Reti: 3’42 Sciaroni (Walser, Nygren) 0-1, 54’15 Zwerger (Taffe, D’Agostini) 1-1, 55’40 Corvi (Egli, Ambühl) 1-2

Note: Valascia, 6’500 spettatori (tutto esaurito). Arbitri Dipietro, Massy; Altmann, Progin
Penalità: Ambrì 4×2′ + 1xrigore, Davos 8×2′

AMBRÌ – Dopo il primo weekend all’Ambrì Piotta i tre punti ottenuti vanno stretti, e questo basta per riassumere quanto di buono fatto dalla squadra di Luca Cereda nelle sue prime uscite stagionali. In una Valascia in bilico tra vecchi ricordi e rinnovate speranze, i biancoblù sono infatti riusciti a mettere in grande difficoltà un Davos che non si è certo risparmiato, e che a conti fatti è riuscito ad avere la meglio grazie ad un tasso tecnico superiore.

Sul fatto che l’Ambrì avrebbe meritato come minimo di portare la sfida all’overtime non ci sono dubbi, ma nonostante la sconfitta ci sono davvero tanti elementi che in questo primo scorcio di campionato hanno saputo convincere. Ciò che davvero colpisce è però constatare come Cereda abbia saputo cementare un gruppo che è apparso come una vera squadra sin dai primi minuti giocati alla Resega, e che cambio dopo cambio evidenzia un’unità d’intenti ed una compattezza in grado di compensare il divario tecnico con gli avversari.

Ne è chiara testimonianza la partita di sabato, in cui i biancoblù sono riusciti nel difficilissimo esercizio di tenere testa al Davos proponendo un hockey che alle basi ha gli stessi concetti e lo stesso stile di gioco dei grigionesi. Come logica vuole ci sono stati momenti in cui la classe di Lindgren e compagni ha preso il sopravvento, con l’Ambrì che è andato in difficoltà soprattutto in quei frangenti in cui gli ospiti sono riusciti a battere il forecheck aggressivo impostato da Cereda, ma complessivamente la partita si è giocata sui binari dell’equilibrio.

La differenza la si è vista soprattutto quando il Davos è riuscito a guadagnare il terzo offensivo. In quel caso riguadagnare il possesso del puck si è rivelato complicato, dato che precisione e velocità d’esecuzione rimangono le caratteristiche principali della squadra di Del Curto, ma dopo un inizio a rilento i ticinesi hanno iniziato a decifrare sempre meglio il gioco avversario.

In pista con la stessa formazione vista all’opera nel derby, i biancoblù si sono ritrovati a rincorrere già dopo 3’42, quando una bella azione personale di Samuel Walser è sfociata in un assist perfetto per Gregory Sciaroni, che non ci ha pensato due volte ed ha appoggiato il puck alle spalle di Conz.

Con il passare dei minuti l’Ambrì è però cresciuto, si è scrollato di dosso il nervosismo legato al debutto casalingo, ed ha iniziato a trovare qualche tiro interessante verso van Pottelberghe. Rispetto alla serata precedente a livello d’esecuzione gli uomini di Cereda hanno evidenziato qualche incertezza in più – diversi i dischi persi soprattutto in zona neutra – ed in questo senso una maggiore lucidità avrebbe sicuramente giovato al powerplay, dalle polveri un po’ bagnate nonostante abbia portato al pareggio di Zwerger.

Il ragazzo austriaco ha infilato la sua prima rete in biancoblù sfruttando un rebound dopo tiro di D’Agostini, facendo esplodere una Valascia che trepidava dalla voglia di esultare per la prima volta in stagione. Proprio per questo ha fatto parecchio male il minuto successivo, contraddistinto dal rigore provocato da Zgraggen – ma non trasformato da Dino Wieser – e soprattutto dal gol decisivo firmato da Corvi, autore di un bel tiro ma favorito da una difesa biancoblù che nell’occasione gli ha concesso il proverbiale metro di troppo.

L’azione che ha vanificato il grande sforzo corale dell’Ambrì Piotta è lì a ricordare come questa squadra non possa permettersi di mollare la presa nemmeno per un secondo, perchè nel momento in cui si smette di mettere le emozioni in ogni cambio le cose possono complicarsi. La differenza che questo elemento può fare è stata evidente in occasione di quel 3-contro-5 giocato con grande sacrificio, fase che ha prodotto una scarica di energia poi tradottasi nel provvisorio 1-1.

Nonostante i soli (!) tre punti in questo doppio turno, i biancoblù hanno fatto il loro primo importante passo avanti, ovvero quello rappresentato dall’acquisire la consapevolezza di potersela giocare sino in fondo anche contro gli avversari più quotati del campionato. Cereda ribadisce che il suo gruppo è ancora ben lontano dall’essere al massimo delle potenzialità, ma se questa è la base su cui i leventinesi riusciranno a crescere ci si ritroverà di fronte ad una squadra indubbiamente interessante.

Il lavoro rimane ancora tanto, ma dopo due partite l’Ambrì Piotta si è già guadagnato la fama di avversario duro da affrontare… E questa, visto il recente passato, è già una piccola conquista.


IL PROTAGONISTA

Paolo Duca: Non era uno dei giocatori sul ghiaccio, ma il protagonista della serata è stato l’ex capitano Paolo Duca, a cui è stato reso omaggio con una cerimonia che ha visto la sua maglia numero 46 ritirata e alzata sotto le volte della Valascia.

La passione con cui l’oggi DS vive l’hockey è contagiosa, e si riflette nel suo coinvolgimento quando da bordo pista guarda il suo Ambrì dare battaglia agli avversari.

Gli ospiti nella serata di sabato alla Valascia erano tanti. Tra le vecchie glorie e il ritorno di Westrum si è reso omaggio al passato, ma con il ritiro della maglia di Duca si è confermato anche di credere nel futuro.


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HIGHLIGHTS

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