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Interviste

Fazzini: “Non c’era nessuna paura, ma così non è abbastanza per battere lo Zurigo”

L’attaccante bianconero ha analizzato Gara 1: “Non abbiamo creato abbastanza in zona offensiva, ma sappiamo come gioca lo Zurigo. Sabato sera dovremo essere pronti a scendere in pista in maniera più fisica”

LUGANO – La prima partita di questa finale è un boccone amaro per i bianconeri, con lo Zurigo subito capace ad operare il break e portare quindi dalla propria parte il vantaggio casalingo.

“Penso che abbiamo iniziato bene, poi ci siamo complicati un po’ la vita”, analizza Luca Fazzini. “Chiaramente non abbiamo creato abbastanza in zona offensiva, soprattutto la mia linea. Dobbiamo giocare meglio, creare più occasioni da gol anche in cinque contro cinque, perché non possiamo affidarci solo al powerplay, dato che possono capitare partite come queste in cui se ne ha solo uno a disposizione. Adesso dobbiamo dimenticare subito la sconfitta e prepararci per la prossima partita”.

In Gara 1 si è visto uno Zurigo molto solido e, come spesso accade, con molto possesso del disco. Fattori che hanno messo in difficoltà il Lugano, costretto ora a trovare delle contromisure.

“Non so dare una risposta in questo momento, dobbiamo prima analizzare il video”, ammette il numero 17 bianconero, interrogato sui motivi delle difficoltà incontrate. “Sappiamo però che questo è il loro gioco, vogliono avere il possesso del disco più tempo possibile. La cosa importante per noi attaccanti è stare più vicini ai nostri difensori, soprattutto in zona difensiva, e prendere più velocità. Penso che questa sia la chiave per riuscire a creare più occasioni in zona offensiva”.

Oltre a ciò, l’ala 23enne aggiunge che i bianconeri dovranno “mettere più dischi sulla porta, essere più presenti davanti al loro portiere, usare i nostri difensori e andare tutti sulla porta. Abbiamo visto che questo ha pagato sia contro il Friborgo che contro il Bienne, quindi dobbiamo usare lo stesso metodo”.

Una sconfitta bruciante quella patita giovedì sera alla Resega, ma che di sicuro non deve far preoccupare eccessivamente la squadra di Greg Ireland, che in questi playoff ha già dimostrato di essere in grado di girare una serie.

“Non c’è nessuna paura, nessun panico. Adesso Gara 1 è andata, abbiamo perso. Ora bisogna analizzare gli errori che abbiamo commesso e cercare di migliorarci la prossima partita. Adesso dobbiamo ricaricare un po’ le batterie, studiare l’avversario e andare a Zurigo e cercare di giocare più fisico fin dall’inizio. Rispetto alle nostre ultime partite di playoff, in questa prima sfida non siamo stati molto fisici”.

I Lions invece si sono dimostrati l’avversario che il Lugano si aspettava di incontrare, come spiega sempre ancora il cecchino bianconero.

“Lo Zurigo gioca sempre nella solita maniera, provano ad avere il controllo del disco in zona offensiva e creare delle occasioni. Non penso che abbiamo fatto un brutto lavoro giovedì, siamo riusciti a tenerli all’esterno e non hanno avuto moltissime occasioni, ma hanno comunque fatto un gol in più di noi. Noi in zona offensiva non abbiamo creato abbastanza e sicuramente dobbiamo migliorare questo aspetto”.

Il fatto che potere, o dovere, giocare in casa la prima partita di una serie possa essere uno svantaggio è un argomento spesso tematizzato, ma Luca Fazzini non è di questo avviso.

“Non c’era nessun timore in questo senso, eravamo carichissimi prima della partita, il pubblico ci ha aiutato tantissimo, però è andata così. Adesso dobbiamo giocare meglio, in zona offensiva non abbiamo fatto abbastanza, non possiamo pretendere di vincere delle partite se giochiamo così nel terzo d’attacco. Dobbiamo essere più cattivi e più cinici sotto porta”.

È stata una partita atipica per essere una finale, perlomeno per quanto riguarda le emozioni, assenti per gran parte della sfida.

“Questo però non vuol dire che dobbiamo fare come contro il Friborgo o contro il Bienne, quando dopo ogni fischio cercavamo una bagarre. Vuol dire che siamo due squadre che vogliono giocarsela un po’ di più, magari in cinque contro cinque, questa può essere una serie giocata così. Abbiamo visto che lo Zurigo non provoca così tanto come il Bienne o il Friborgo, dobbiamo accettarlo e fare il nostro gioco”.



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