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Mondiali 2016

È una Svizzera dai mille volti, ma la Lettonia è battuta in extremis 5-4

SVIZZERA – LETTONIA

5-4

(0-0, 3-3, 2-1)

Reti: 23’22 Niederreiter (Andrighetto, Diaz) 1-0, 26’06 Niederreiter (Du Bois, Diaz) 2-0, 28’30 Hofmann (Andrighetto, Schäppi) 3-0, 33’24 Redlihs (Sotnieks, Cibulskis) 3-1, 37’23 Redlihs (Sotnieks, Cibulskis) 3-2, 38’36 Kenins 3-3, 45’56 Andrighetto (Geering) 4-3, 46’22 Sirokovs (Galvins, Daugavins) 4-4, 58’31 Blum 5-4

Note: Mosca, 5’692 spettatori. Arbitri Mayer, Sidorenko; lederer, Nieminen
Penalità: Svizzera 5×2′, Lettonia 6×2′ + 1×10′ (Dzerins)

MOSCA – È ancora Blum a far esultare la Svizzera, con un tiro stavolta meno bello e preciso ma che ha comunque sorpreso un Masalskis non propriamente concentrato. Poco importa questo, perché l’unica cosa che serviva alla Svizzera era la vittoria, da tre punti soprattutto, per mettersi probabilmente alle spalle l’incubo degli ultimi posti ma anche per sperare ancora nei quarti di finale.

È incredibile quanto la squadra di Fischer abbia dovuto soffrire per venire a capo della Lettonia, sbattendo contro gli avversari ma anche contro se stessa, contro quei paurosi vuoti e errori ingenui che hanno fatto sì che questa partita diventasse un imprevedibile serie di eventi.

Un bel primo tempo, il migliore disputato dai rossocrociati in questo cammino mondiale, chiuso sullo 0-0 ma con una bella grinta, capacità di andare diretti su Masalskis e soprattutto un’ottima tenuta difensiva, che aldilà di qualche contropiede ha saputo resistere in box play, semplice e doppio, e questa era già una notizia.

È a partire dal 20’ che pero si è scatenata una partita pazza, piena di incertezze e mala gestione svizzera del risultato, perché non è bastato andare sul 3-0 in 5’, trascinati da un Niederreiter vera anima di questo gruppo. I rossocrociati hanno pensato forse che andasse via troppo facile, si sono sbilanciati e hanno concesso i nuovo quegli spazi nello slot durante i box play, e in un amen durato altri 5’ si era di nuovo in parità, incredibile.

Doppietta di Redlihs e gol di Kenins, di cui due autoreti, l’ultima clamorosa di Trachsler, ma più della sfortuna occorre invocare una spavalderia che la Svizzera non poteva e non può permettersi, ma che ha continuato a proporre, abbassando la concentrazione nei momenti in cui invece andava alzata ancora di più.

Incredibile anche la maniera con cui i è andati sul 4-4, con la rete di Andrighetto – la prima per lui in un Mondiale A – seguita 22” più tardi dal pareggio di Shirokovs, ma poi per fortuna, ancora lui, il game winner dei due giorni, Blum, scaccia altri brutti incubi.

Incubi che erano risorti con i pareggi della Lettonia, che hanno messo in mostra non solo le difficoltà di gioco della Svizzera ma anche una certa fragilità mentale, che passa come delle montagne russe dall’euforia più grande allo sconforto e alla passività.

Sul piano tecnico tattico era impensabile che i rossocrociati potessero cambiare completamente faccia – oltretutto perdendo Du Bois e Diaz nel terzo periodo – perché i soliti errori banali e pericolosi come i turn over in zona neutra, cambi assassini e dischi persi sulla blu offensiva rimangono.

Ciò da cui la Svizzera deve ripartire è la maniera con cui ha gestito la prima metà di partita, con molti tiri, gioco diretto sul portiere e decisione nei duelli fisici, il modo con cui è stata gestita la seconda metà è invece quello da dimenticare per finalmente giocare una partita intera a buoni livelli.

Improvvisamente gli elvetici sono di nuovo in piena corsa per i quarti di finale, ma sarà bene che in questi 2 giorni lo staff tecnico corregga certi errori, che contro la Lettonia sono stati perdonati, ma sabato Alexander Ovechkin torna a casa…

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