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Ambrì Piotta

È un Ambrì privo di idee e identità, il Davos vince senza forzare

DAVOS – AMBRÌ

4-1

(1-0, 2-0, 1-1)

Reti: 16’22 Corvi (Sciaroni) 1-0, 23’37 Ruutu 2-0, 24’18 Corvi (Kousal) 4-0, 51’57 Paschoud (Ruutu) 4-0, 51’29 Mäenpää (Stucki, Bianchi) 4-1

Note: Vaillant Arena, 4’554 spettatori. Arbitri Massy, Vinnerborg; Borga, Castelli
Penalità: Davos 3×2′, Ambrì 7×2′ + 1×10′ (Lauper)

DAVOS – Un’altra sconfitta, la quarta consecutiva e la decima delle ultime 11, ed anche stavolta senza attenuanti. Poco importa se l’Ambrì Piotta è riuscito a ritrovare il gol dopo un’eternità, la sfida della Vaillant Arena è stata controllata con facilità ed addirittura sufficienza dal Davos dall’inizio alla fine, mentre i biancoblù vagavano sul ghiaccio senza costrutto e orfani di una reale idea di gioco.

Il tutto è apparso evidente sin dai primi minuti, passati nel proprio terzo non tanto per la pressione dei grigionesi, ma piuttosto per il chiaro imbarazzo degli uomini di Dwyer appena arrivati alla propria linea blu, diventata una sorta di confine invalicabile dopo il quale il gioco dell’Ambrì si sgretola al primo passaggio.

Non ci si sorprenda dunque quando ci si accorge che gli ospiti hanno scagliato la miseria di 17 dischi (ed il conteggio è pure generoso) verso il giovane Van Pottelberghe, portiere che Del Curto non impiegava dallo scorso 28 gennaio e che avrebbe dovuto essere sollecitato ben più frequentemente.

Che questo Ambrì Piotta non abbia al momento i mezzi tecnici e tattici per costruire una reale manovra offensiva è chiaro a tutti, ma quando viene a mancare anche la volontà di applicare un forecheck alto e aggressivo e di cercare di ottenere qualcosa dal buon vecchio “dump’n’chase”, ecco che le partite non possono che rivelarsi a senso unico.

Eppure qualcosa sembrava essersi assestato, visto che dopo un inizio scricchiolante i biancoblù avevano preso coraggio grazie a due boxplay ben giocati, e con una doppia occasione capitata a Guggisberg e Pesonen in powerplay avrebbero anche potuto portarsi in vantaggio.

La fragilità del complesso biancoblù è però venuta a galla immediatamente quando la squadra di Dwyer ha preso troppo confidenza con il gioco, permettendo al rientrante Sciaroni di portarsi tutto solo al cospetto di Descloux, preferito a Zurkirchen e bravo nella circostanza nella parata.

Per una situazione simile l’Ambrì verrà punito però nel secondo tempo, con Ngoy che ha pagato una sua iniziativa sul fronte offensivo aprendo il ghiaccio al contropiede avversario, concluso da Ruutu con quel 2-0 risultato poi decisivo.

La chiave di volta del match si è però verificata di fatto molto prima, al 16’22, quando Mäenpää si è reso protagonista dell’ennesimo passaggio sbagliato in uscita dal terzo, ma questa volta il suo errore è stato proprio uno da ergastolo. Il tutto è risultato in una scena goffa, con Zgraggen che ha perso l’equilibrio nel tentativo di recuperare e Corvi che ha ringraziato firmando l’1-0.

Di fatto l’Ambrì Piotta da quell’errore non si è più ripreso, perdendo il filo del discorso già nei minuti restanti della prima frazione e giocando poi un secondo tempo in continuo affanno, combinando la miseria di nove tiri nei primi 40 minuti di gioco. Il 3-0 ancora di Corvi ha chiuso definitivamente i giochi già ad inizio periodo centrale, costringendo i biancoblù a trascinarsi sino a fine gara nell’imbarazzo di non riuscire a costruire gioco nemmeno per dei brevi frangenti.

Nessun forecheck, una fase di transizione inesistente, battaglie alle assi sistematicamente perse ed in generale una mancanza di idee sul da farsi rendono il quadro dei leventinesi davvero preoccupante. La sconfitta di martedì di fatto poco importa – l’Ambrì dovrà giocare la serie con il Friborgo, non si scappa – ma tra pochissimo le cose si faranno estremamente serie ed i biancoblù non hanno una struttura, un chiaro sistema di gioco e nessuna individualità trascinante. Gli ingredienti perfetti per un disastro.

Nel terzo tempo l’Ambrì Piotta ha provato a fare qualcosina di più ed ha perlomeno rotto la maledizione trovando il gol con Mäenpää, ben servito da Stucki. Il rimescolamento delle linee da parte di Dwyer non ha però prodotto alcun risultato in termini di possesso oppure di manovra, lasciando aperti tutti gli interrogativi che il coach sembra avere sul come comporre la sua squadra.

Indubbiamente in casa Ambrì ora bisogna stare calmi, nonostante la pressione si stia facendo altissima e le prestazioni appaiano stagnanti. La realtà è che questo campionato i biancoblù lo concluderanno all’ultimo posto, ma dovranno veramente sfruttare le prossime otto partite per riuscire a ricostruire una squadra che sembra sgretolarsi alle fondamenta.

Tutto deve ora essere fatto in funzione di preparare nel miglior modo possibile la serie contro (probabilmente) il Friborgo ed eventualmente lo spareggio con il campione di NLB.

A fine febbraio è difficile parlare di “identità”, ma al momento è proprio questa che l’Ambrì deve ritrovare, tutto il resto sarà poi una conseguenza.

fattore2LA MANCANZA DI IDEE: La partita non è stata decisa da un fattore particolare, anche se quell’errore clamoroso di Mäenpää ha rappresentato l’evidente inizio della fine.

Il vero problema di questo Ambrì Piotta arriva da metà pista in avanti, quando la mancanza di una reale idea di gioco impedisce ai biancoblù di provare ad attaccare con un copione preciso.

A volte si prova a passare per vie centrale, altre si spedisce il disco nell’angolo, ma la manovra non viene mai supportata da quello sforzo corale che permetterebbe di arrivare ad un risultato.

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