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Lugano

Due tempi di un buon Lugano bastano per battere il Bienne 3-2

BIENNE – LUGANO

2-3

(0-1, 0-2, 2-0)

Reti: 14’35 Pettersson (Klasen, Martensson) 0-1, 21’21 Martensson (Stapleton, Brunner) 0-2, 28’23 Stapleton (Pettersson, Kienzle) 0-3, 43’36 Sutter (Berthon, Huguenin) 1-3, 58’29 Spylo 2-3

Note: Tissot Arena, 5’884 spettatori. Arbitri Brueggemann, Kocg, Roher, Tscherrig
Penalità: Bienne 4×2′, Lugano 4×2′

BIENNE – Alla fine tutto è bene ciò che finisce bene. Certo è che la sofferenza patita dal Lugano nel finale della sfida alla Tissot Arena poteva benissimo essere evitata con più acume, furbizia e semplice lavoro.

Quel lavoro che i bianconeri hanno messo in pista per 45’, prima di abbassare il baricentro, spegnere l’interruttore del forechecking e di cominciare a giocare col fuoco. Se la rete di Dave Sutter “ci può stare”, anche se ogni tanto riappare il brutto vizio tipicamente luganese di incassare reti subito dopo la seconda pausa, quello che non è funzionato è stata proprio la reazione al segno di vita dei seeländer.

Logicamente presi dal coraggio, i padroni di casa hanno cominciato a creare il caos dalle parti di Merzlikins e il Lugano non è più riuscito a mettere ordine per un po’. O meglio, lo stava per fare, ma un’ingenua penalità incassata da Hofmann nel finale stava per far saltare tutti i piani di Shedden. Ma alla fine Hirschi e compagni ne sono usciti con tre punti, ed è questo che conta, oltre naturalmente a due tempi piuttosto convincenti.

Contro un Bienne in evidente difficoltà di gioco ma motivato, il Lugano ha iniziato la sfida in difesa, e dopo qualche occasione di Macenauer e Haas ha cercato soprattutto di controllare il gioco.  Dopo aver fatto “sfogare” la verve di casa e aver limitato così i contropiedi avversari, il Lugano sembrava in grado di alzare il ritmo quando era il momento di farlo.

Buon segnale anche quello di aver sfruttato il power play, di cui uno doppio, per portarsi sul 2-0 dopo poco più di 20’, cosa che ha dato sicurezza ai bianconeri, i quali hanno decisamente preso in mano il controllo del match, sia per possesso del disco che per cadenza dei ritmi di gioco. Vero che dalla statistica dei tiri ne risultano di più per il Bienne, ma, a parte un paio di occasioni, i dischi scagliati verso Merzlikins sono arrivati perlopiù da posizioni poco pericolose e senza disturbo sul portiere bianconero, con gli attaccanti spesso costretti a girare al largo dal forechecking ospite.

La terza rete di Stapleton – quella dell’ex che non manca mai… – ha suggellato due tempi giocati con intelligenza e senza strafare, cercando soprattutto di controllare i ritmi delle operazioni ma peccando in concretezza. Qualche disco perso qua e là, complicazione di giocate che fin lì riuscivano semplici e mancanza di cattiveria, e un terzo periodo di sofferenza era prevedibile, anche per non essere riusciti a chiudere i primi 40’ su un 4-0 che era più che possibile.

Detto degli ultimi minuti di sofferenza, si può dire che il Lugano sta ritrovando la strada dopo un periodo intenso e dal quale ha avuto bisogno di quasi una settimana per riprendersi, e riuscendo ad esprimersi regolarmente con 4 blocchi a girare sul ghiaccio.

A reagire meglio è stato il blocco degli svedesi, match winner in quel di Bienne, ma il lavoro durissimo e intelligente di Sannitz, Walker e Chiesa non può passare inosservato, facendo da contraltare ad una nuova prova incolore di un Brunner lontano dai giorni migliori. Il numero 98 sta facendo mancare le sue reti a questo Lugano, che deve pure ritrovare la costanza nel match, limitando sempre di più i piccoli errori di gestione del disco e trovare una continuità di pattinaggio per 60’.

L’occasione in questo week end è grossa per il Lugano: visti i risultati a ridosso dalla linea, fare posta piena contro il fanalino di coda metterebbe altro prezioso fieno tra i bianconeri e la porta per i play off, permettendo a Shedden di lavorare con tranquillità su quei dettagli, grandi e piccoli, che ancora devono essere limati.

fattore2

LA SUPERIORITÀ GENERALE: Aldilà degli ultimi minuti in apnea – finiti così più per demeriti bianconeri – sull’arco del match il Lugano non sembrava doversi dannare l’anima per arrivare sin sul 3-0 in proprio favore, permettendosi anche reti “accademiche” come quella di Stapleton.

La truppa di Shedden semplicemente ha lasciato che la superiorità tecnica e organizzativa facesse il suo corso, trovando le reti nei momenti giusti. Se solo avessero voluto, Klasen e compagni avrebbero potuto portare a termine una partita senza troppi patemi contro un Bienne veramente a corto di argomenti, ma evidentemente complicarsi la vita rimane tra le abitudini dei bianconeri…

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