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Ambrì Piotta

Cereda: “Inizio lento e macchinoso, ma essere cresciuti durante la partita è un buon segnale”

Il coach biancoblù è soddisfatto solo a metà della prestazione contro i Lions: “Nel finale li abbiamo dominati fisicamente, ma il primo tempo ha rappresentato un’occasione sprecata”

AMBRÌ – Nonostante la sconfitta l’Ambrì Piotta è tornato negli spogliatoi applaudito in maniera convinta dal suo pubblico, amareggiato per il KO ma soddisfatto per aver nuovamente visto in pista una squadra che ha messo in grande difficoltà una delle principali forze del campionato.

Su una lunghezza d’onda simile anche l’allenatore Luca Cereda, che non è però stato troppo contento dell’entrata in materia. “Non abbiamo iniziato bene la partita – ci spiega – credo che il match lo abbiamo perso nel primo tempo, quando non eravamo abbastanza affamati e volevamo essere troppo belli. Durante il match siamo poi cresciuti, questo è un ottimo segnale, ma dobbiamo sicuramente partire meglio già domenica a Davos”.

E l’Ambrì potrà ripartire anche da quella seconda metà di terzo tempo, quando la squadra di Cereda ha saputo mettere alle corde lo Zurigo. “Negli ultimi 7-8 minuti li abbiamo dominati fisicamente, ma il primo periodo ha rappresentato un’occasione sprecata per fare altrettanto… Non eravamo compatti ma lenti e macchinosi, ed è in quel settore che dobbiamo fare un passo avanti, bisogna giocare tutti i 60 minuti”.

I biancoblù hanno poi commesso alcuni errori evitabili, pur considerando la caratura di un avversario sulla carta nettamente superiore. “Non bisogna dimenticare che giocavamo contro lo Zurigo – continua Cereda uno squadrone che può permettersi di avere Pestoni in quarta linea… Ma questa non è una scusa per sentirci soddisfatti, dobbiamo giocare più semplice ed evitare i tanti dischi persi, che ci sono costati tempo passato nel nostro terzo ed impedito di metterli sotto pressione”.

Un altro fattore fondamentale della sfida sono state le troppe penalità, otto in totale, alcune delle quali commesse in fase offensiva o in circostanze delicate del match. “In molti di quei frangenti abbiamo commesso degli errori tecnici, affrontando i duelli con il bastone a due mani, e quando si ha questo atteggiamento si rischia sempre la penalità… Sabato lo abbiamo fatto tre volte, e siamo stati sistematicamente puniti. Se non si è agili si rischia sempre lo sgambetto o l’aggancio, questa è una cosa che ultimamente facevamo un po’ meglio, ma sabato siamo ricaduti in vecchi errori”.

Peccato inoltre aver concesso delle reti subito dopo averne segnata una, ma “non ho visto un rilassamento o paura di perdere, anche se questo è un trend che bisogna modificare subito… Quando si ha il vantaggio e si acquisisce un momentum favorevole, non si può immediatamente lasciar rientrare in partita gli avversari”.

Partita in cui si è rivisto anche Guggisberg, impiegato però solamente pochi minuti. “Naturalmente deve riprendere il ritmo del campionato, ma sabato siamo stati contenti di lui… Volevamo farlo giocare per permettergli di riassaporare l’ambiente, ed anche per dare fiato a qualche altro nostro giocatore, visto che domenica si ritorna in pista. A Davos vogliamo giocare con un ritmo ben più alto, ma il fatto di essere cresciuti durante la partita ci fa ben sperare”.

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