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Interviste

Bürgler: “Shedden crede in me, ora è questo ciò di cui ho bisogno”

LUGANO – Dopo aver completato il proprio terzetto offensivo d’importazione con l’arrivo di Patrik Zackrisson, il Lugano era alla ricerca di una nuova pedina per poter alzare il livello complessivo della propria rosa e dare a Doug Shedden quel giocatore di qualità in più che è mancato negli scorsi playoff per poter giostrare con efficacia a quattro linee.

In Dario Bürgler il coach bianconero ha trovato la soluzione perfetta e, dopo che lo Zugo lo ha messo alla porta al termine del campionato, per il 28enne due volte campione svizzero il Lugano ha rappresentato immediatamente la soluzione migliore. “Tutto è nato dalle discussioni con Doug Shedden”, ci ha spiegato Bürgler. “In questo momento della mia carriera credo che sia l’allenatore giusto per me, e sono convinto che possa aiutarmi. È stato lui a volermi fortemente a Lugano, e da subito mi ha fatto capire di voler davvero lavorare con me, fattore questo che rappresenta la cosa più importante. Inoltre il Lugano è un club molto importante ed è un onore poter giocare per questi colori”.

Lo Zugo ti ha liberato affermando di avere aspettative più alte nei tuoi confronti… Come hai reagito a questa situazione?
“A Zugo c’era del malcontento dal punto di vista di entrambe le parti. Durante l’ultima stagione non ero contento dello spazio e dei minuti di ghiaccio che mi venivano concessi, così come delle situazioni di gioco in cui venivo schierato. La mia speranza era quella di giocare anche in powerplay e boxplay, come facevo a Davos… Sono sorti dei problemi con il sistema che veniva applicato, e all’inizio ho avuto delle difficoltà ad adattarmi allo stile di gioco che si voleva attuare. Sostanzialmente questo mi ha portato a perdere il mio posto nella gerarchia di squadra, che non sono poi più riuscito a riconquistare. C’era dunque il desiderio di un cambiamento, e dopo la fine della stagione lo Zugo ha deciso di imboccare una via diversa per il futuro, situazione comprensibile nel mondo dell’hockey e che sono riuscito ad accettare, anche se in un primo momento non è stato facile”.

Il Lugano ha una rosa di qualità ed è possibile che dovrai “accontentarti” della terza linea… Come vivi la sfida di doverti conquistare un posto nella top six?
“Non ho nulla in contrario nell’essere eventualmente schierato in terza linea, il mio problema a Zugo riguardava come detto i pochi minuti di gioco in cui venivo impiegato e la mancanza di una possibilità di giocare le situazioni speciali. Sicuramente lotterò per essere uno dei giocatori nella top six,  e se saprò esprimermi al meglio so di potermi guadagnare quel posto. Sono fiducioso che saprò esprimermi al meglio ed essere un giocatore in grado di aiutare il Lugano”.

Non ti intrigava la sfida poter avere un ruolo più importante in una squadra dalle minori ambizioni?
“No. Parlando con Shedden mi ha subito fatto capire che credeva in me, dopo avermi visto giocare al massimo del mio potenziale negli scorsi anni. Inoltre se tornerò sui miei livelli, potrò rivestire un ruolo centrale anche in una squadra di alto livello come il Lugano. Ovviamente c’è poi da considerare il fatto che con i bianconeri si ha la possibilità di lottare per il titolo, e per un giocatore questo rimane molto importante”.

In carriera hai vinto due volte il titolo, ma già quando eri tornato a Zugo dopo 7 anni a Davos lo avevi fatto perché ti univi ad una squadra competitiva… Quanto è importante per te continuare ad avere questa fame di vittoria?
“La vittoria finale è quello per cui tutti scendiamo sul ghiaccio. Sicuramente sono felice quando a livello individuale riesco a giocare bene, ma la vera felicità esiste solamente quando si riesce ad avere successo come squadra. Se dovessi disputare una grande stagione come singolo, ma la squadra dovesse fallire i suoi obiettivi, bollerei sicuramente l’annata come negativa. Pongo sempre me stesso in secondo piano, ciò che importa sul serio è capire come riuscire a vincere come collettivo… Questo fa parte di me ed è questo tipo di giocatore che voglio essere per il Lugano”.

Hai firmato per due anni e, oltre che a ritrovarti come giocatore, hai affermato di voler crescere come persona… Cosa credi di poter trovare nella tua esperienza a Lugano?
“L’obiettivo è sempre quello di migliorarsi. Negli ultimi due anni ho imparato molte cose, come le difficoltà che si incontrano nell’adattarsi ad un nuovo sistema di gioco oppure alcuni aspetti con cui a Davos non ero mai stato confrontato. A Lugano ci sarà un processo simile, ed in questo senso mi concentro sugli aspetti positivi della situazione. Inoltre studierò per imparare l’italiano il prima possibile e per integrarmi subito in una nuova mentalità, questo mi stimola molto”.

In carriera hai avuto successo ad ogni livello, sin da giovane con élite e con la U18, e poi vincendo due volte il titolo ed una Spengler… Quanto è importante il passato per te per affrontare al meglio il futuro?
“L’esperienza aiuta sempre. Più passano gli anni e più si impara, sia per quanto riguarda gli aspetti puramente hockeyistici, sia in rapporto al comportamento del proprio corpo. Cerco di essere il più professionale possibile dentro e fuori dal ghiaccio, ed una componente importante è rappresentata dalla capacità di essere sempre sani ed in forma. Se si hanno queste basti e si aggiunge il duro lavoro, poi arrivano anche i risultati”.

La Svizzera ha appena concluso la sua avventura al Mondiale, torneo a cui tu non hai mai partecipato… La Nazionale rimane un obiettivo da conquistare?
“Sicuramente, ma al primo posto metto sempre la mia squadra di club, perchè è da lì che arriva il mio salario e sarà con il Lugano che passerò l’intera stagione. Con il proprio club si cercano di superare le difficoltà tutti assieme e si instaura un rapporto di amicizia con i compagni… Se poi a conti fatti avrò disputato una buona stagione, sarebbe sicuramente bello giocare per la Nazionale. Ci sono però tanti bravi attaccanti ed ogni anno le convocazioni si ottengono per un pelo… Al momento non è però una cosa a cui penso, e solitamente non lo faccio nemmeno durante il campionato”.

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