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Ambrì Piotta

Ambrì a testa alta, agli archivi una stagione da incorniciare

I biancoblù escono battuti da Gara 5 ma danno nuovamente battaglia al Bienne. Si chiudono dei playoff che hanno confermato le virtù del gruppo di Cereda

Ambrì a testa alta, agli archivi una stagione da incorniciare

BIENNE – AMBRÌ

2-1

(1-1, 1-0, 0-0)

Reti: 1’54 Trisconi 0-1, 4’34 Brunner (Earl) 1-1, 27’27 Earl (Fuchs) 2-1

Note: Tissot Arena, 6’521 spettatori. Arbitri Hebeisen, Salonen; Kaderli, Gnemmi
Penalità: Bienne 2×2′, Ambrì 3×2′ + 1×10′

BIENNE – Ad inizio stagione tra Ambrì Piotta e Bienne si credeva ci fosse un abisso, ma alcuni mesi più tardi l’instancabile lavoro della squadra di Cereda ha dimostrato a tutti che non sempre a fare testo sono i valori sulla carta.

La serie è finita sul 4-1, ma gli equilibri sono stati ben più fragili di quanto non possa lasciar intendere l’esito di questo quarto di finale. Come le tre precedenti sfide Gara 5 è stata decisa dai dettagli, ed anche se alla fine i biancoblù sono stati sconfitti, la squadra è riuscita a mettere in questi playoff un punto esclamativo alla stupenda regular season disputata.

L’ultima partita della stagione ha in sostanza ben riassunto quella che è stata la natura della serie, con un Ambrì Piotta che ha dato tutto in maniera ammirabile, mentre il Bienne ha saputo avere la meglio interpretando i match in maniera diversa, proponendo un gioco più “a fiammate” ma reso letale dalla presenza di giocatori tecnicamente di livello superiore.

A mettere fine alla stagione dei leventinesi sono così stati Brunner e Earl, mentre gli ospiti sono riusciti a battere un ottimo Hiller solamente grazie ad una bella azione personale di Trisconi, che dopo 1’54 aveva sbloccato la sfida. I biancoblù ci hanno poi provato in ogni modo a trovare il 2-2, sfiorandolo più da vicino con quel palo scheggiato da Novotny nel terzo tempo – il Bienne di ferri ne ha invece fatti vibrare due – ma non c’è stato nulla da fare.

La squadra di Törmänen è stata solida e ordinata, ed in definitiva ha legittimato un meritato accesso alle semifinali, fermo restando che l’eliminazione in cinque partite ha un gusto amaro per l’Ambrì Piotta, che avrebbe meritato di giocare come minimo un match in più.

Amarezza che lascerà però presto spazio alla consapevolezza di aver fatto una stagione semplicemente eccezionale, ottenendo dei risultati oltre le più rosee aspettative e soprattutto riuscendo a plasmare una vera squadra. La forza dei leventinesi è stata sempre più nel gruppo, crescita che ha permesso di superare i limiti tecnici della rosa e proporre l’hockey che Cereda e Duca immaginavano sin dal primo giorno in cui sono entrati in carica.

Confermarsi su questo livello non sarà facile, ma nel frattempo l’Ambrì Piotta ha riguadagnato il rispetto degli avversari e l’affetto dei suoi tifosi, e questi sono due elementi che erano difficilissimi da fare nuovamente propri dopo tanti anni bui.

La rinnovata gestione sportiva ha però fatto leva su un’idea che chiede sforzi importanti e costanti da parte di tutti, ed è riuscita rapidamente a formare una squadra disposta a seguire questi dettami con il coltello tra i denti. Il resto è stata – come ripete sempre coach Luca Cereda – una conseguenza.

L’Ambrì Piotta chiude dunque la sua stagione a testa alta, consapevole di aver portato a termine l’ultima missione che gli si chiedeva, ovvero quella di non tradire se stesso e portare anche nei playoff quell’identità marcata e vincente messa in pista nelle prime 50 partite. La squadra di Luca Cereda ci è riuscita, ha portato il Bienne a giocare una serie ben più in bilico di quanto non possa suggerire il 4-1, ed alla fine si è meritato gli applausi di un pubblico che dalla Tissot Arena non voleva saperne di andarsene.

Ora è anche tempo di fare un grande respiro, digerire le emozioni dell’ultima settimana e guardare poi indietro con maggiore lucidità alla stagione appena conclusasi. Un aspetto viene però a galla quando si prova a chiudere il cerchio, ed è il fatto che – dopo tanti anni – i biancoblù hanno finalmente saputo nuovamente emozionare. Questo è il tesoro più grande, inestimabile per un club che vive di passione. Bentornato Ambrì Piotta.


IL PROTAGONISTA

Luca Cereda: In una serata come questa non si poteva che scegliere il coach biancoblù, al termine di una stagione in cui la sua mano ha portato alla creazione di una squadra unita e capace di sorprendere tutta la Svizzera.

Alla fine gli è rimasto il sassolino nella scarpa rappresentato dalla Tissot Arena, unica pista in cui non è mai riuscito a vincere, ma questa sarà una sfida da tenere sul taccunio per la prossima annata.

Anche in Gara 5 la sua squadra ha portato in pista l’identità tanto cara all’allenatore di Sementina, concetto che anche in vista della prossima stagione rappresenterà la base.


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