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Lugano

A Davos è una battaglia, il Lugano strappa la vittoria

I bianconeri sono corsari e approfittano delle pesanti penalità comminate al Davos. Doppietta per Lapierre, ma Ireland perde Furrer e Sanguinetti per infortunio

A Davos è una battaglia, il Lugano strappa la vittoria

DAVOS – LUGANO

4-5

(3-3, 0-0, 1-2)

Reti: 0’43 Kousal (Little) 1-0, 3’09 Jung (Rödin, Kousal) 2-0, 15’11 Lapierre (Klasen, Fazzini) 2-1, 17’20 Lapierre (Klasen, Fazzini) 2-2, 18’19 Little (Kousal, Nygren) 3-2, 19’50 Chiesa (Klasen, Fazzini) 3-3, 41’48 Lajunen (Vauclair, Klasen) 3-4, 44’39 Fazzini (Sannitz, Hofmann) 3-5, 50’53 Kousal (Little, Nygren) 3-4

Note: Vaillant Arena, 4’285 spettatori. Arbitri Urban, Wiegand; Kaderli, Progin
Penalità: Davos 3×2′ + 2×5′ + 2×20′ (Senn, Ambühl) + 1×10′ (Kousal), Lugano 5×2′

DAVOS – Il minimo che si possa dire è che questa partita sia stata una battaglia. Che alla fine è anche il massimo che si può estrarre da un contesto divertente per il pubblico – meno per quello di casa – ma sicuramente rivedibile (eufemismo) sul piano tattico e della disciplina.

È andata bene al Lugano sul piano del risultato, dopo lo 0-2 dopo poco più di tre minuti confezionato da Kousal e Jung, è andata invece in maniera opposta contando i feriti reduci dall’incontro, con Furrer e Sanguinetti – la maniera con cui l’americano è rientrato negli spogliatoi preoccupa  – ad allungare le defezioni difensive nella sera del rientro di Vauclair.

È anche su questo aspetto che il Lugano, suo malgrado, sente sia il dolce che l’amaro in bocca, perché se da una parte ha visto uscire i suoi migliori difensori, dall’altra ha visto una squadra resistere nell’assalto rabbioso del Davos nel finale, con i bianconeri costretti a 5 e anche a 4 difensori sulle penalità di Chiesa e Ronchetti.

Un finale di partita che ha visto gli arbitri perdere completamente di mano l’incontro, non che Wiegand e Urban lo avessero ben stretto prima, ma la confusione di gioco, seppure il Lugano i suoi schemi offensivi li abbia mostrati di più rispetto al Davos, a quel punto si è tramutata in caos puro. Qualunque schema saltato, colpi proibiti su un fronte e l’altro, aree di porta diventate ring di risse da saloon.

Riavvolgendo il nastro e ripartendo dall’inizio con il doppio vantaggio iniziale degli uomini di Del Curto, occorre dire che quelle due reti erano servite perlomeno a Chiesa e compagni a registrarsi difensivamente, dopo qualche cambio di troppo con lo slot basso mal protetto per la rabbia di Merzlikins.

Ci è voluta una decina abbondante di minuti pazienti per vedere i frutti di un Lugano in crescendo, e a raccogliere quel premio ci ha pensato ancora una volta lui: Maxim Lapierre. Opportunista come pochi, il canadese ha messo a segno la sua quarta e la quinta rete nello spazio di tre partite, riportando in parità la sfida a quel punto meritatamente.

Nonostante poi Wiegand abbia voluto espellere Chiesa in maniera a dir poco fiscale, se non assurda, permettendo il nuovo vantaggio del Davos con lo scatenato Little, ci ha pensato il carattere dello stesso capitano a braccare di nuovo i gialloblù, con la staffilata del 3-3 a 10” dalla prima sirena.

Sorvolando su un secondo tempo senza reti ma soprattutto senza alcuna disciplina generale, si arriva agli episodi decisivi. Per quella che forse è una prima in Svizzera, il Lugano ha potuto approfittare di due penalità da 5′ quasi contemporanee, di Senn e Ambühl – la seconda invero molto severa – in entrata di terzo periodo, e lì si è capito che la partita poteva e doveva prendere la piega decisiva. In quei 5′ di doppio power play i bianconeri hanno colpito con Lajunen e Fazzini (oltre a tre pali con Klasen, Bürgler e Riva…) approfittando anche di un Van Pottelberghe buttato giocoforza a freddo in un contesto rovente.

I bianconeri, orfani di Furrer dal secondo tempo, poi di Sanguinetti dal fallo di Ambühl, hanno dovuto stringere i denti dopo il 4-5 dell’esordiente Rödin, sacrificandosi davanti a Merzlikins, prendendo botte e distribuendole, bloccando dischi e spazzando il terzo anche con il fiato ormai a secco.

Una vittoria che vale per la classifica, per dare continuità dopo il derby delle Valascia ma che purtroppo ha risvolti negativi per gli infortuni dei due migliori difensori bianconeri. Una vittoria figlia della forza del gruppo ma che si spera non dia il via a una situazione drammatica in difesa alla vigilia della trasferta a Ginevra.


IL PROTAGONISTA

Linus KlasenA volte può irritare, perde dischi pericolosi, ma fa parte del “pacchetto”, prendere o lasciare.

Alla fine però, lo svedese è stato quello che ha giocato più dischi in costruzione e ha fatto alcuni bei recuperi alle assi come quello che ha permesso il 2-2 di Lapierre.

Per il topscorer in totale 4 assist e un +1, all’origine delle prime 4 reti bianconere.


HIGHLIGHTS

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