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Ambrì Piotta

5 spunti dalle partite del weekend di Ambrì Piotta e Lugano

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


spuntiambri

unoCHI SI ASSOMIGLIA SI PIGLIA”…
… Così dice il proverbio, e visto il weekend affrontato dall’Ambrì Piotta, sembra proprio essere vero. I biancoblù si sono infatti presentati venerdì alle Vernets con il poco invidiabile bilancio di quattro sconfitte conseutive, per affrontare un Ginevra Servette che veniva a sua volta da cinque KO filati. Il giorno dopo? Stesso scenario, Ambrì in crisi nera e con alle spalle cinque delusioni, così come il Bienne che è arrivato alla Valascia con un ruolino di marcia che li aveva visti uscire dal ghiaccio sconfitti per cinque volte di seguito. Alla fine ad uscire perdente da questa “crisi delle crisi” sono stati proprio i Seeländer, che guardano alla nuova settimana con sei delusioni sul groppone.

due QUANDO NATALE ARRIVA GIÀ A OTTOBRE…
Offensivamente i biancoblù non hanno passato un periodo particolarmente felice, e prima della sfida contro il Berna di martedì sera avevano messo a segno appena quattro gol nelle tre partite precedenti. Per cercare di dare una mano ai biancoblù il difensore Ramon Untersander si è travestito alla Valascia da San Nicolao, regalando letteralmente il gol d’apertura da Thibaut Monnet. Il dono non è però bastato per ridare vigore all’attacco leventinese, ed ecco che allora venerdì sera è stato Johan Fransson a fare la parte di Babbo Natale. Puck impacchettato e consegnato ad Emmerton, che in acrobazia ha infilato. Ora tocca però alla squadra di Kossmann darsi da fare, perchè Natale arriva solamente una volta l’anno…

tre QUEI BRAVI RAGAZZI
L’Ambrì Piotta si sta confermando la squadra più corretta del campionato e, nonostante abbia già archiviato 19 partite, è ancora al penultimo posto per quanto concerne le penalità minori incassate… Meglio ha fatto solo il Berna (60 sanzioni contro le 51 degli orsi), che ha però giocato ben quattro incontri in meno. I “Goodfellas” di Hans Kossmann hanno dato il meglio sabato contro il Bienne, quando hanno condotto in porto la vittoria senza incassare nessuna penalità, particolarità che per i leventinesi non si verificava da addirittura 202 partite (Ambrì-Berna del 26 gennaio 2013). In generale, dal 1966 ad oggi (2’138 partite) i biancoblù hanno giocato complessivamente 23 partite senza far registrare alcuna penalità.

quattro FRIDAY NIGHT LIGHTS
Dai biancoblù quest’anno ci si può attendere il meglio così come il peggio, ma una costante sinora c’è stata: al venerdì l’Ambrì Piotta si è espresso nella maniera più bilanciata possibile. La squadra di Kossmann nel primo impegno del weekend ha infatti ottenuto sinora due vittorie e due sconfitte, segnando 12 gol e subendone altrettanti. Il tutto non si è però tradotto in un equilibrio a livello di punti ottenuti, visto che di venerdì ne sono arrivati sinora sei, contro i dieci lasciati agli avversari.

cinque UN POWERPLAY ALLA ROVESCIA
Il powerplay dell’Ambrì Piotta
sta dando qualche timido segnale di miglioramento, ma il gol continua a non arrivare e le fasi in superiorità numerica dei biancoblù sono sempre più nettamente le peggiori del campionato. La squadra di Kossmann ha segnato solo tre (!) gol in powerplay, praticamente uno ogni 31 minuti di superiorità, mentre il Losanna guida la classifica con 23 gol fatti, uno ogni 4 minuti e mezzo. Al netto, però, ci si accorge che i biancoblù non hanno tratto alcun beneficio dal proprio powerplay e, anzi, con quattro gol incassati in shorthand sono addirittura in debito di una rete… Insomma, meglio giocare a parità numerica, dove con 36 gol l’Ambrì è al quinto posto complessivo.


spuntilugano

uno VIVA LA DEMOCRAZIA
Lapierre al fianco di Klasen e Martensson quando tutti invocavano la presenza di Bürgler, Zackrisson messo all’ala quando i tifosi lo volevano di nuovo al centro e un Wilson spremuto anche quando la difesa è tornata al completo. Queste erano le “pecche” che il popolo bianconero (e non solo, addetti ai lavori compresi) imputavano a Doug Shedden reo di aver messo in pista una formazione poco adatta ai propri interpreti, fatto coinciso con le due brutte sconfitte di Zugo e Friborgo. All’improvviso il coach canadese ha cambiato completamente la sua visione, “regalando” Bürgler a Klasen, spostando Lapierre in seconda linea con Zackrisson finalmente al centro e dando l’agognato riposo a Wilson. I risultati? Due vittorie contro Kloten e Langnau, 3 reti di Bürgler, 2 di Zackrisson e prestazioni di Lapierre molto convincenti e fruttuose. Si sa, i tifosi non sono allenatori, ma spesso tra loro ci sono persone molto esperte con le idee decisamente in chiaro e stavolta il “furor di popolo” ha avuto la meglio. Anche se sinceramente non pareva così difficile.

due PROBLEMI D’ABBONDANZA
Dalla trasferta di Friborgo sono tornati infortunati Raffaele Sannitz e Alessio Bertaggia, i quali si sono aggiunti all’ammalato Damien Brunner, privando il Lugano di un’intera linea offensiva non da poco. Contro Kloten e Langnau il reparto offensivo dei bianconeri non sembra però avere avuto ripercussioni da questo fatto, mettendo a segno 9 reti nel week end. Ora i tre citati stanno tornando sul ghiaccio per mettersi di nuovo a disposizione di Doug Shedden, che avrà il “problema” di reinserirli nel line up dopo l’ottimo fine settimana della sua squadra. Quando si dice i “problemi grassi” che tutti gli allenatori vorrebbero avere.

tre “PERCHÈ È UN BRAVO RAGAZZO…”
Certo è che Maxim Lapierre ha diviso il pubblico dell’hockey svizzero come pochissimi (o nessuno) giocatori hanno mai fatto, soprattutto dopo i playoff della scorsa stagione. Eppure i più attenti hanno notato anche le sue ottime prestazioni nella finale contro il Berna, quando aveva dato segnali di essere un giocatore molto più completo di quello che si credeva. Lo sapeva bene Doug Shedden, che lo ha riabbracciato alla Resega, conoscendo le qualità di un giocatore che va semplicemente “direzionato” sul tipo di gioco che si vuole da lui. Nelle 4 partite sin qui disputate in una sola a Zugo è caduto in errore, per le restanti ha mostrato caratteristiche di ottimo forechecker, attaccante duttile e di grande esperienza, senza lesinare puntate offensive molto pericolose. Oltretutto gli unici minuti di penalità li ha ricevuti a Zugo (6 in totale) e non venendo mai penalizzato nel resto dei match, con anzi quel siparietto divertente nel quale ha aiutato un linesman a rialzarsi dopo averlo travolto nell’azione che ha portato al gol di Gardner a Langnau. Ha stupito tutti, tranne chi aveva piena fiducia nelle sue qualità.

quattro I NUMERI NON MENTONO
Spesso in passato si è discusso molto sui tempi di gioco dei giocatori del Lugano, sottolineando spesso il grande utilizzo fatto da Doug Shedden (e Patrick Fischer prima) dei propri migliori uomini. Oggi le cifre non mentono, e se Ryan Wilson e Alessandro Chiesa risultano i giocatori con più minuti in assoluto della lega (cifre alzatesi soprattutto nelle settimane di emergenza difensiva del Lugano) tra gli attaccanti i dati dicono altro. Tra i primi 20 giocatori più utilizzati per singola partita ci sono solo 3 attaccanti, Mark Arcobello (22 minuti), Cory Emmerton e Simon Moser. A sforare è soprattutto Arcobello, mentre per gli altri attaccanti i minuti di gioco sono perfettamente nella media, oscillando tra i 18 minuti di Sprunger e Thoresen e i 20 di Klasen e Ritola. A fare specie però nell’ultimo week end è stato l’utilizzo che Ehlers ha fatto di Schremp e DiDomenico contro il Lugano, messi in pista per 23 e rispettivamente 22 minuti solo un giorno dopo la lunga e durissima gara che i Tigers hanno vinto a Zugo. A volte è questione di roster, altre semplicemente di tranquillità.

cinque FRANCO TIRATORE
Dal suo arrivo alla Resega, Dario Bürgler ha già messo a segno ben 10 reti, tante quante ne aveva segnate in un’intera stagione a Zugo lo scorso anno. A Lugano lo scorer si sta ritrovando, infilando dischi in fondo alla rete con numeri impressionanti. Le 10 reti sono cadute con un totale di soli 37 tiri, per una percentuale di shooting addirittura del 27%. A dimostrare quanto il 29enne possa essere letale sono le percentuali al tiro nelle singole partite in cui è andato a segno, con un minimo del 25% nella prima giornata a Zugo e sabato scorso contro il Kloten, mentre nelle altre 8 occasioni ha toccato almeno il 50%. Stupiscono ancora di più le sue due doppiette ottenute contro il Langnau domenica e contro il Ginevra un mese fa, quando è uscito da entrambe le sfide con il 100% di shooting! A dir poco letale, molto di più persino di Fredrik Pettersson, che aveva superato la soglia del 50% solo in 2 partite su 140 con un massimo del 75%.

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