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5 spunti da Lugano: il microonde, sfida secca, non è da tutti, il lavoro nobilita, Marlon Brando

© Photobruscaluckyvideo

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


uno Alla fine il microonde funzionava bene

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Dopo la prima delle due partite contro il Ginevra, finita con il netto 6-2 in favore delle aquile, Serge Pelletier aveva ammesso la scarsa prontezza dei suoi ragazzi, definendoli come “congelati” da quella partita.

Certo è che la seconda partita il giorno dopo ha fatto vedere tutto un altro Lugano, caldo e scoppiettante, tanto da far pensare che il coach di Montréal abbia riesumato quel vecchio microonde a cui si era affidato un anno fa. Cinque minuti di scongelamento e il pasto è pronto.  Col senno di poi ci voleva proprio poco.

due La teniamo come sfida secca?

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Pesante quel 2-6 di giovedì, tanto pesante che si pensava potesse avere conseguenze nefaste per la sera seguente, invece è andato tutto al contrario. I bianconeri hanno restituito la scoppola con pure un gol di interesse al Ginevra, cancellando di fatto la serataccia costata la sconfitta contro le aquile.

Si potesse fare come nelle sfide andata-ritorno nel calcio il Lugano si sarebbe quindi imposto per 9-8, e magari i bianconeri avrebbero potuto chiedere di omologarle come sfida unica, visto anche il brevissimo intervallo tra le due partite. Tanto questo campionato è già strano di suo, forse nessuno ci farebbe nemmeno più caso.

tre Non è roba per tutti

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Con la doppietta di venerdì contro il Ginevra, Mikkel Boedker è andato a segno per la quarta partita di fila, confermando che il suo stile di gioco ha avuto una sterzata decisiva e più incisiva rispetto al passato. Non sembreranno moltissime ma quattro partite con almeno un gol non sono sempre state roba da tutti i giorni a Lugano, tanto per dire che l’ultimo a riuscirci è stato un certo Gregory Hofmann nel novembre del 2018.

E se ci riferissimo solo a giocatori stranieri allora il discorso cambia ulteriormente, dato che bisogna indietreggiare fino al dicembre 2015, quando Fredrik Pettersson trovò lo stesso ruolino di marcia di Mikkel Boedker (1-1-1-2) nel giro di una sola settimana.

quattro Il lavoro nobilita

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Tra i giocatori in scadenza di contratto in maglia bianconera c’è anche Dario Bürgler, attaccante che dal suo arrivo a Lugano dallo Zugo ha messo a segno il ragguardevole bottino di 71 reti e 68 assist tra regular season e playoff.

Come affermato dal 33enne sulle pagine del Corriere del Ticino, il suo obiettivo è guadagnarsi il rinnovo sulle rive del Ceresio, da ottenere con sudore e professionalità. La stagione di Bürgler finora è da considerarsi positiva, con 13 reti è uno dei migliori finalizzatori della squadra e il suo lavoro si fa sempre sentire.

Nelle ultime partite le sue cifre parlano di 5 reti e 4 assist in 12 incontri, per un crescendo di forma che potrebbe arrivare al momento giusto, sia per il Lugano che per Bürgler stesso. Sarà un affare per due?

cinque Marlon Brando è sempre lui

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Pur avendo passato un periodo di magra tra Natale e gennaio, il topscorer del Lugano Mark Arcobello “nasconde” tra i suoi numeri delle cifre che confermano l’americano come uno dei giocatori più decisivi del campionato. Se a livello realizzativo è un po’ più in basso rispetto alla media che teneva a Berna (ma comunque ampiamente soddisfacente) sul piano degli assist si conferma uno dei top assoluti, quarto per assist totali e quarto pure per assist diretti.

E se le reti sono “solo” dieci, occorre sottolineare che ben quattro di queste sono state dei game winning goal, inserendo Arcobello tra gli occupanti del secondo posto tra i più decisivi, dietro ad Andrighetto e al compagno Tim Heed. Come cantava Luciano Ligabue, anche Mark Arcobello è sempre lui.

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