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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: tanto di cappello, vicino ma lontano, vecchie abitudini, l’uomo in più

(PostFinance/KEYSTONE/Ti-Press/Alessandro Crinari)

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


uno Tanto di cappello

La vittoriosa serata di venerdì a Davos si è conclusa con il gesto altruista di Julius Nättinen che, con il portiere dei grigionesi richiamato in panchina, ha rinunciato ad infilare il puck a porta vuota e lo ha offerto a Zwerger, permettendo al compagno di firmare la seconda rete stagionale.

Il finlandese e l’austriaco si erano già resi protagonisti di un episodio praticamente identico, ma a ruoli invertiti. A fine ottobre era infatti stato Zwerger ad offrire il disco al compagno, con il numero 16 che aveva mostrato un atteggiamento molto apprezzato da Cereda. “Nonostante non abbia ancora segnato, Zwerger ha passato il disco a Nättinen quando la porta era vuota… Questo è lo spirito di cui abbiamo bisogno”, aveva commentato il coach.

Spirito che evidentemente si è consolidato nel tempo, perché con quel puck offerto al compagno Nättinen ha rinunciato a mettere la firma su una tripletta… Un gesto non scontato per un giocatore che in Leventina è venuto con l’obiettivo della NHL e che dunque ha bisogno di più reti possibili per mettersi in mostra. Insomma, non sarà arrivato l’hat trick, ma il cappello sicuramente se lo saranno tolti in tanti.

due Così vicino, ma così lontano

Continua ad essere una stagione strana quella di cui si sta rendendo protagonista l’attaccante Johnny Kneubuehler, che sinora è riuscito ad ottenere appena un assist in seconda sull’arco di 15 partite disputate.

Il giocatore numero 11 in questa prima fetta di campionato di opportunità ne ha avute diverse, sia grazie ad un suo buon lavoro preparatorio, sia ritrovandosi sul bastone dei puck molto invitanti, ma la concretezza è un aspetto che per lui si sta confermando sempre più problematico.

Spesso schierato nel top six ed addirittura il secondo attaccante in squadra più impiegato in powerplay (55 minuti totali, davanti a lui solo Zwerger), Cereda lo ha messo nelle condizioni ideali per fare bene, ma quel gol che potrebbe sbloccarlo si sta facendo attendere.

È così diventata un’immagine della sua stagione l’opportunità sciupata venerdì, quando a porta sguarnita non è riuscito a scagliare il puck in rete venendo anticipato da un intervento disperato di Nygren, che disteso sul ghiaccio ha allungato il bastone al momento giusto. Un bel salvataggio quello dello svedese, ma anche grazie al poco mordente da parte del biancoblù.

tre Buone vecchie abitudini

Non è un segreto che gli special teams siano da qualche stagione uno dei punti forti dell’Ambrì Piotta, ed in particolare in questo avvio di campionato per la squadra di Cereda a rendersi preziosissime sono state le fasi di boxplay, fondamentali anche per la vittoria di venerdì a Davos.

I biancoblù nell’occasione non hanno infatti avuto a disposizione nemmeno un powerplay, ma hanno dovuto difendere Ciaccio con l’uomo in meno in sei circostanze. Il Davos non è però mai riuscito a passare, e l’ottimo penalty killing ha permesso all’Ambrì Piotta di portarsi in vetta nell’intera lega in questo particolare esercizio.

La percentuale di riuscita con l’uomo in meno si attesta oggi ad un ottimo 85.94%, cifra superiore a quella evidenziata da Berna (85.19), ZSC Lions (83.93) e Ginevra (83.72). Questo è frutto anche della tanta pratica – nessuno si è trovato in così tante circostanze con l’uomo in meno, ben 64 volte in 15 partite – ed in questo senso si può trovare nella maggior disciplina uno spunto per migliorare ulteriormente la propria situazione.

quattro La spinta dell’uomo in più

No, in questo caso non ci riferiamo alle situazioni di powerplay, ma piuttosto all’importante mano che stanno riuscendo a dare i vari giocatori al rientro da infortuni. Nell’ultima settimana sono infatti riusciti a mettersi in particolare evidenza Müller ed Horansky, con il primo già molto ispirato in Coppa ed il secondo al rientro a Davos.

Il numero 13 è riuscito anche a trovare l’importante 3-0 di venerdì sera, mentre Horansky ha contribuito con il suo innesto a dare stabilità al lineup ed è andato vicino alla rete con un paio di deviazioni pericolose.

Ora il compito di dare una spinta in più passerà ai rientri previsti in difesa, soprattutto dopo gli infortuni di Fohrler e Zaccheo Dotti, che si andranno a sommare all’assenza di Pezzullo in vista dei Mondiali U20. Starà dunque ad Isacco Dotti e Pinana dare il loro contributo, in un reparto che in questo periodo ha la coperta un po’ corta.

cinque Il prezzo della vittoria

Il successo contro il Davos ha evidenziato vari aspetti in casa Ambrì Piotta, dalla già menzionata efficacia del boxplay alla capacità di costruirsi parecchie opportunità sul fronte offensivo, che hanno portato la squadra ad ottenere sei reti per la prima volta in stagione.

C’è però un altro dato che va sottolineato, ovvero quello dei ben 25 tiri bloccati da parte dei leventinesi, che vanno a sintetizzare la volontà da parte della squadra di pagare il prezzo necessario per arrivare alla vittoria.

L’Ambrì Piotta per quanto riguarda i blocked shots è in termini complessivi la miglior squadra della lega con un totale di 276, per una media di 18.40 che li posiziona dietro unicamente a Langnau (19.83) e Zugo (18.50).

A mostrare la via è Fischer (36 tiri bloccati), seguito da Fora (29), Ngoy (26) ed Hächler (23). A Davos il giusto esempio è però arrivato da Grassi, che ha respinto ben cinque conclusioni avversarie.

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