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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: metri di troppo, Valascia da NHL, tradizione straniera, team ancora special

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


uno La porta si vede solo da lontano

Conclusioni – Tutte le situazioni di gioco e a parità numerica

L’Ambrì Piotta ha segnato solamente quattro gol in altrettante partite, per quella che è attualmente la peggior media del campionato. I biancoblù ci stanno provando ed il ritmo di oltre 31 tiri ad incontro è positivo, ma la più scarsa percentuale al tiro della lega (appena il 3.2%) sta rendendo complicata la vita dei leventinesi.

Non si tratta però unicamente di una mira piuttosto scarsa – è normale attendersi che i gol dell’Ambrì arrivino per costanza dei tentativi, e non per la loro qualità – ma riuscire ad avvicinarsi un po’ di più alla porta avversaria sarà di cruciale importanza.

Dai dati raccolti da NLIcedata si nota infatti come la squadra di Cereda sia tra quelle che in media va alla conclusione da più lontano (oltre 13 metri, contro i 10.96 metri ad esempio del Rapperswil). L’Ambrì è inoltre la squadra che fa avvicinare più di tutte gli avversari al proprio portiere, con una media sui gol concessi di 3.98 metri.

Di conseguenza cala anche la probabilità che il disco raggiunga lo specchio della porta, infatti solamente la metà dei tentativi di tiro leventinesi costringono il portiere avversario ad un intervento. Significativo in questo senso che l’Ambrì abbia segnato le sue reti in media da 10 metri di distanza, la cifra più alta dell’intera NL.

due “Please welcome your HC Ambrì Piotta”

Alla Valascia per la prima volta nella storia si deve stare tutti seduti. Le norme imposte dall’emergenza coronavirus hanno costretto anche l’hockey ad adattarsi, ed inevitabilmente l’ambiente della pista biancoblù ne ha risentito.

I gruppi di tifo organizzato hanno scelto di non sostenere di persona la squadra, ed in generale si sta assistendo ad un cambio di dinamiche tra pubblico e giocatori che si avvicina molto a quello da sempre in vigore oltre oceano. Se prima era infatti il pubblico a sostenere e spingere costantemente la squadra, ora è ciò che avviene sul ghiaccio che detta la reazione dei fans.

Come succede in NHL, il tifo ora si accende quando in pista succede qualcosa di particolare… Un gol, una bella occasione da rete, un duro check oppure un episodio sospetto non ravvisato dagli arbitri. Qualche coro i pochi presenti lo hanno fatto partire – venerdì alla Valascia c’erano appena 2’287 spettatori, oltre 800 meno del consentito – ma l’apporto del “sesto uomo” per la squadra di Cereda non può forzatamente essere lo stesso.

Toccherà dunque ai giocatori fare quello che i tifosi più accesi assicuravano per tutti i 60 minuti, ovvero tenere sempre alte le emozioni ed il coinvolgimento dei propri fans. L’ambiente, altrimenti, rischia di continuare ad essere “ovattato” come spesso accade oltre oceano. “Go Ambrì Go”.

tre C’è sempre qualcosa di nuovo da vedere…

Dopo la quantità impressionante di infortuni con cui si era dovuto confrontare l’Ambrì Piotta la passata stagione, si pensava di averle viste tutte. Ed invece non è così. A Les Vernets ha infatti rimediato un brutto colpo Benjamin Conz, colpito da una discata al volto e costretto a rientrare negli spogliatoi.

“Cose che capitano”, direte voi, se non fosse per il fatto che Conz non stava nemmeno giocando! Il portiere sabato era infatti il backup ed è stato colpito mentre era appoggiato alla balaustra, dove ha avuto la peggio dopo un puck spedito fuori dal terzo da Hächler e deviato da Kneubuehler.

Conz è così tornato negli spogliatoi sanguinando piuttosto vistosamente, portando a casa dalla lunga trasferta un “ricordo” inaspettato.

quattro La tradizione straniera è rispettata

Ho dovuto attendere ben 126 minuti l’Ambrì Piotta per trovare la sua prima rete stagionale, ma finalmente nella sfida di venerdì contro il Rapperswil l’attacco biancoblù è riuscito a sbloccarsi grazie ad una staffilata in powerplay di D’Agostini.

Ma d’altronde la rete del canadese era ciò che ci si poteva attendere, quasi si tratti di una tradizione. D’Agostini è infatti stato l’autore della prima rete stagionale in ben tre degli ultimi quattro inizi di campionato, con la sola eccezione arrivata nel 2018 grazie a Kubalik.

Per i biancoblù vedere la prima rete stagionale ottenuta da uno straniero è una tradizione dimostratasi vera negli ultimi sei anni, visto che anche in precedenza i primi gol erano stati firmati da Cory Emmerton (2016) ed Adam Hall (2015). L’ultima rete d’apertura stagionale rossocrociata è invece targata 2014, quando a segnare fu Adrien Lauper.

cinque Dei team di nuovo special…

Sinora l’Ambrì Piotta ha seminato più di quanto sia riuscito a raccogliere, ma nonostante questo ci sono anche dei dati statistici che stanno già evidenziando un trend positivo dopo le prime quattro partite disputate.

Non è un segreto che per la squadra di Cereda gli special team saranno fondamentali, e guardando alle fasi di boxplay i biancoblù hanno attualmente il miglior penalty killing della lega con il 92.86% di riuscita, ed anche il powerplay (contesto in cui sono arrivate tutte le reti leventinesi) sta evidenziando buoni numeri con il 22.22%.

L’Ambrì ha inoltre fatto un buon lavoro nel costruirsi queste opportunità (18 sinora le fasi di powerplay, 4,5 a partita), mentre in termini di penalità bisognerà trovare maggior disciplina visto che attualmente i biancoblù sono i più sanzionati dell’intera lega (70′ in quattro partite).

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