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Ambrì Piotta

5 spunti da Ambrì: il santo e la candela, riposo e luci spente, 4 superstiti, le opportunità

Dopo ogni weekend di campionato HSHS vi proporrà una rubrica “semiseria” dedicata agli ultimi impegni di Ambrì Piotta e Lugano, da cui abbiamo tratto una serie di spunti che vi lasciamo di seguito.

Verranno selezionati cinque episodi o fatti interessanti che hanno caratterizzato i match delle squadre ticinesi, a volte con l’obiettivo di analizzare quando successo sul ghiaccio, altri semplicemente per strapparvi un sorriso!


uno Il santo, la candela e le tecnologie

L’Ambrì ha avuto pochi argomenti giovedì a Losanna, ma il match è stato utile per sollevare una questione importante. Sul pareggio vodese lo staff biancoblù ha infatti mancato l’opportunità di chiamare un challenge che avrebbe invalidato il gol avversario, non riuscendo in tempo a revisionare un’azione che al video si rivelava essere chiaramente viziata da offside.

Non tutto è però così semplice. I tempi sono stretti ed in caso di challenge “respinto” si viene puniti con due minuti di penalità, dunque bisogna inizialmente valutare se il proverbiale santo vale la candela. A fine anno il Lugano aveva ad esempio visto una partita prendere una brutta piega proprio a risultato di un challenge chiesto senza le necessarie garanzie.

Tutto passa naturalmente dai mezzi tecnologici a disposizione, ed in questo senso poco dovrebbe importare la propria posizione in tribuna, a patto di avere l’opportunità di rivedere l’azione immediatamente con l’ausilio di replay da più posizioni. Più facile a dirsi che a farsi, almeno per ora.

due I quattro superstiti

Che quella biancoblù sia una stagione disgraziata a livello di infortuni non è certo una novità, ed i tanti impegni a cavallo tra fine dicembre ed inizio gennaio hanno ulteriormente messo alla prova una rosa che ha imparato a fare di necessità virtù.

Tra ferimenti e malattie, ora sono solamente quattro i giocatori che possono dire di essere scesi in pista per tutti gli impegni stagionali dell’Ambrì Piotta, ovvero gli attaccanti Noele Trisconi, Marco Müller e Brian Flynn, così come il difensore Isacco Dotti.

Tutti gli altri elementi della rosa, per un motivo o per l’altro, hanno saltato almeno una partita dell’attuale stagione, il che fa ben comprendere le difficoltà con cui hanno dovuto confrontarsi Cereda e Matte.

tre Una rondine non fa primavera, due nemmeno, però…

Qual è il vero valore di Viktor Östlund? All’età di 25 anni e con alle spalle solamente tre partite intere giocare in NLA, il portiere svedese ha saputo mostrarsi ad un buon livello nelle circostanze in cui Cereda lo ha chiamato in causa, con quella strepitosa uscita di Berna ed una prova comunque buona a Ginevra.

Il campione è ancora molto esiguo – due partite sicuramente non bastano – ma è anche alla base di segnali comunque promettenti, che si aggiungono ad alcune buone prestazioni a guardia della porta dei Ticino Rockets.

Sarà dunque interessante continuare a seguire il suo percorso, che forse non lo porterà ad essere il futuro backup di Conz, ma l’attuale stagione potrebbe essere per Östlund più importante di quanto non ci si potesse attendere qualche mese fa.

quattro “Spegnete la luce, devo riposare…”

Chiaramente il miglior biancoblù da inizio stagione, Matt D’Agostini domenica pomeriggio ha dovuto prendersi una pausa. Segnalato come infortunato sul foglio partita ma fermato principalmente dall’accumularsi delle recenti fatiche, il canadese essere a disposizione già nei prossimi giorni, per tornare ad illuminare un reparto offensivo che conta tantissimo su di lui.

Se domenica pomeriggio D’Agostini ha probabilmente spento la luce per riposare finalmente un po’, a Les Vernets questo si è tradotto in una fase offensiva che per i leventinesi ha avuto pochi “fari” di riferimento. L’importanza del top scorer è sempre stata chiarissima, come la luce che rappresenta là davanti.

cinque Opportunità passate e future

Coach Luca Cereda ha sempre una precisa risposta alle domande inerenti gli infortuni, ovvero quella di essere abituato a lavorare con i giocatori a disposizione, senza concentrarsi troppo su chi è costretto a restare in tribuna.

La stagione dell’Ambrì Piotta si è così trasformata in una continua opportunità per diversi giocatori, che si sino ritrovati a poter rivestire ruoli inediti. I gemelli Neuenschwander ne sono un esempio, così come il già citato Östlund qualche punto sopra, sino ad arrivare a un Fohler usato spesso in powerplay e addirittura come attaccante.

Appena arrivato, Hinterkircher ha immediatamente tratto giovamento dal ghiaccio ricevuto, ed in generale la stagione complicata a livello di defezioni ha permesso a molti di incamerare delle esperienze che in situazioni “normali” – oppure in altre squadre – sarebbero state loro precluse.

Guardandola da questo punto di vista c’è dunque molto di guadagnato, soprattutto considerando come in tutto questo l’Ambrì non abbia mai mostrato crepe a livello di atteggiamento e sistema di lavoro.

Con 16 partite da giocare i biancoblù sono inoltre a tre punti dalla linea e agganciati all’importante decimo posto… Insomma, tutto è ancora a portata di mano, ed il prezzo per le tante preziose esperienze di questi mesi non ha compromesso alcuna opportunità futura. Nel limitare i danni, si è insomma fatto un ottimo lavoro.

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